I protagonisti, Anna Ferraris (Anna Valle) e Vittorio Costa (Neri Marcorè) che,nella precedente stagione, avevano affrontato il falso perbenismo degli anni Sessanta, finalmente, si sono sposati. Ed hanno iniziato subito ad allontanarsi l’uno dall’altro. Intanto, dallo sfondo della vicenda, si stanno affacciando sempre più prepotentemente le new generation: i figli dei Costa e i rampolli della famiglia Strano, i siciliani emigrati a Torino, vicini di casa dei Costa.
Così l’attenzione della narrazione si è spostato sui giovani, secondo un classico trend della fiction generalista made in Italy che cerca di catturare un pubblico sempre meno anziano. Le vicende viste nella prima puntata sono propedeutiche per gli avvenimenti che accadranno in seguito.
{module Google richiamo interno}Ma gli stereotipi del racconto, che ammicca alla soap opera in maniera però più sofisticata, ci sono tutti: difficoltà di inserimento, incomprensioni familiari, amori sbocciati, finiti e poi ricominciati, figli nati fuori dal matrimonio sulla cui paternità aleggia un iniziale mistero, desiderio di imporsi professionalmente. Vi si aggiunga la forte componente dell’amicizia al femminile che assume connotati differenti a secondo delle fasce generazionali.
Ciononostante la prima puntata di Questo nostro amore è stata caratterizzata da una narrazione strappa- audience che tocca tutte le corde della nazional- popolarità. In quest’ottica è inserita anche la scelta di lasciare sullo sfondo l’epoca in cui si svolgono i fatti, i primi anni Settanta, identificati soltanto dal modo di vestirsi e dagli interni la cui ricostruzione è apparsa meno manieristica e stereotipata del solito.
La recitazione marcia su due binari differenti: da una parte i protagonsiti principali, la Valle e Marcorè, dall’altra i comprimari e i giovani. La Valle non ha perso la propria staticità che caratterizza le sue innumerevoli prove di attrice. Marcorè, determinato a frequentare sempre più insistentemente il set,offre una sorta di convincente parodia del professionista anni Settanta, un uomo in carriera che, consapevolmente, sacrifica al lavoro anche la stabilità sentimentale appena conquistata.
La famiglia Strano, soprattutto il protagonista, ricalca gli stereotipi della sicilianità accentuata nell’uso del dialetto. I giovani personaggi sono stati selezionati in maniera da rappresentare ogni fascia di età, secondo il medesimo clichè di serial come Un medico in famiglia e I Cesaroni.