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Abbiamo incontrato De Leonardis che, classe 1939, racconta alcuni episodi singolari della sua vita con le star.
Come ha iniziato la sua carriera?
Devo tutto a mia madre. Avevo 17 anni ed ero innamoratissimo dei film americani. Poiché mamma lavorava alla produzione di Beh Hur, le ho chiesto se poteva “raccomandarmi” anche per una sola comparsa, e così sono stato varie volte inquadrato tra il pubblico che assisteva alla notissima corsa delle bighe. Subito dopo, ho lavorato nel Gattopardo e mi sono interessato dell’acconciatura di scena di Claudia Cardinale.
Con la Cardinale ha realizzato altri film oltre il Gattopardo?
Ho curato il suo look nella pellicola La pantera rosa. Ricordo che l’acconciatura per l’attrice era stata già realizzata dal notissimo coiffeur di Parigi Alexander. Io fui invitato a presentare una mia proposta, sicuro che la scelta sarebbe caduta sul più importante collega. Invece il produttore scelse la mia acconciatura; fu per me un momento di grandissima soddisfazione, che assicurò il lancio a 360 gradi della mia carriera.
Ci racconta come ha creato il colore biondo miele per i capelli di Virna Lisi?
La Lisi doveva girare il film di Nanni Loy Made in Italy. Si presentò sul set per il primo giorno di riprese dopo aver trascorso un mese di vacanze in barca; aveva i capelli letteralmente massacrati dalla salsedine. Ricordo che eravamo a Catania ed era un fine settimana: tutti gli istituti di bellezza della città erano chiusi, dovevamo inventarci un rimedio nel giro di poche ore. Fu così che trovammo, accanto all’hotel in cui eravamo alloggiati, il negozio di un barbiere che aveva pochissimi colori utilizzabili solo per chiome maschili. Erano talmente pochi che ho avuto enormi difficoltà a miiscelarli. Nel giro di un’ora riuscii ad ottenere quel biondo miele al quale, da quel momento, Virna Lisi non ha più rinunciato; è il colore che porta ancora oggi.
Passiamo alle star hollywoodiane. Lei ha lavorato praticamente con tutte, anche con Russel Crowe, che impressione le ha fatto?
Ricordo che era un persona molto insofferente, e sicuramente non puntuale, ma aveva la capacità di conquistare tutti e, addirittura, di mettersi a capo di tutta la troupe. Lui era abituato a girare sul set fino a venerdì, perché il sabato e la domenica doveva dedicarsi ai tornei di bocce, che erano la sua passione. Nel corso di riprese di Un’ottima annata è stato in grado di coinvolger nel gioco, cast, regista e produttore. Cercargli un look per i capelli è stata un’impresa non molto semplice, ma perfettamente riuscita.
Come se l’è cavata con Anthony Hopkins sul set di Hannibal?
Dopo la fase italiana girata a Firenze, io e il truccatore siamo andati negli Usa per continuare le riprese. Appena mi vide, Hopkins mi disse: “io sono un feroce assassino, decida lei che look darmi”. Io avevo già pensato a tagliargli i capelli corti con la macchinetta, e lo feci. Dopo, Hopkins si piazzò dinanzi ad uno specchio e vi rimase immobile per dieci minuti,senza pronunciare una parola. Il mio imbarazzo si toccava con mano, ed ero certo che avrebbe bocciato quella pettinatura; invece, dopo dieci minuti, si alzò di scatto, mi tese la mano e mi disse: “Yes, good”.
Tutti questi episodi li racconta nel suo ultimo libro M.d.P. La vita dietro la macchina da presa. Che altro svela ai suoi lettori?
Ho raccolto la vita quotidiana delle persone che lavorano per il cinema, le emozioni e le illusioni che questo mondo suscita ogni qualvolta si accende la macchina da presa. Lo faccio dal mio singolare e bizzarro punto di vista. Il libro è stato presentato nell’ambito dell’ultima edizione del Festival del Cinema di Roma. Il mio precedente libro averva per titolo “Le mani nei capelli”.
Progetti futuri?
Sto lavorando ad una produzione dal titolo La tenda rossa, prodotto con capitali tedeschi e americani, la produzione esecutiva è di irlandesi, ed è realizzato da sudafricani e italiani. La pellicola è stata girata in Marocco, e sarà sugli schermi nel 2015. Fra gli attori ci sono Rebecca Ferguson e Milly Criver.
Ha avuto difficoltà a pettinare le due star?
Questa volta no, perché abbiamo girato in Marocco, dove il clima era molto secco e un’acconciatura fatta la mattina alle otto era in grado di mantenersi fino alla sera.