Una smagliante Sharon Stone che nell’evento Charity della fondazione del cinema Against Aids ringrazia per la raccolta record di 25 milioni di dollari nel 20esimo anniversario dell’Amfar è tra gli scatti più belli del Festival del cinema di Cannes, alla vigilia della cerimonia di premiazione. Una kermesse che si è aperta con Leonardo Di Caprio, protagonista de “Il Grande Gatsby” (presentato fuori concorso), che sfilava sulla Croisette con l’ombrello salutando i fan, uno dei quali si è aggiudicato all’asta solidale un viaggio nello spazio con lui. E che è proseguita tra applausi – il più bello da ricordare per noi italiani sono i nove minuti alla proiezione ufficiale de “La Grande Bellezza” di Paolo Sorrentino – ed i fischi – i più assordanti con abbandono della sala di parte della stampa sono quelli per “Only God Forgives” (“Solo Dio perdona”) di Nicolas Winding Refn.
Un festival che ha emozionato – su tutti con la vera storia di Souleymane Démé, un giovane ballerino paralizzato ad una gamba, l’eroe di Mahamat Saleh Haroun in “Grigris” – e che ha scatenato polemiche – in particolare, per il “Molte donne sognano di prostituirsi”, dichiarazione di Francois Ozon, in lizza per la Palma d’Oro con il film “Jeune et Jolie” .
Un festival che ha visto sfilare star leggendarie, due su tutte: il mattatore della risata Jerry Lewis, tornato alla ribalta con “Max Rose” (fuori concorso) di Daniel Noah, e Robert Redford, solitario protagonista di “All is Lost” (fuori concorso).
In queste ore sui media si è accentuato il toto-Cannes, quello che Gigi Marzullo nel suo “Cinematografo” di Rai1, trasformato in salotto dedicato alla Croisette dal 15 maggio, ha fatto ogni notte intorno alle 2 con i critici italiani in collegamento dalla Croisette. Oggi è il giorno di Roman Polanski che, con la sua black comedy “Venere in Pelliccia”, potrebbe sparigliare le carte. Anche se non la pensano così gli allibratori britannici della sigla Stanleybet, che in vista del rush finale della 66esima edizione ieri hanno rielaborato i loro pronostici su chi fra i candidati si porterà a casa l’ambita palma d’oro che sarà assegnata domani, 26 maggio, al Palais des Festival et des Congrès.
In pole position nelle quote dei bookie inglesi si piazza a 3.25 “The Past”, primo film in lingua francese del già premiatissimo iraniano Ashgar Farhadi: l’accoglienza da parte della critica internazionale è stata infatti caldissima. Con protagonista la star di “The Artist”, Berenice Bejo, ancora una volta il regista ha presentato il racconto di una separazione, l’insanabile frattura sentimentale che divide un iraniano dalla moglie ed i due figli. Conquistano la seconda posizione offerti a 4.50, sia “Like Father Like Son”, racconto di uno scambio di culle del regista giapponese Kore Eda Hirokazu che ha profondamente commosso il Festival, che il sensuale “Blue is the warmest color” del regista cinese Abdellath Kechiche, pellicola incentrata sulle fantasie omosessuali di una quindicenne. Bancato a 9.00 è “The Immigrant”, ultima fatica dello statunitense James Gray, applauditissimo dalla stampa. Il film può contare sia su un cast stellare (Marion Cotillard, Joaquin Phoenix, Jeremy Renner), sia sulla toccante storia di tragico esodo verso il sogno americano. Stessa quota per “Inside Llewyn Davis” dei fratelli Coen, applauditissimo film ispirato alla malinconica figura di Dave Van Ronk, folksinger degli anni ’60 amico di Bob Dylan.
Sembra che l’unico film italiano in concorso, “The Great Beauty” (“La grande bellezza”), abbia aumentato il suo credito di fronte ai bookie britannici, dal momento che la sua quota è scesa a 10.00. Tra gli autori più interessanti del cinema italiano contemporaneo il regista Paolo Sorrentino, che nel 2008 aveva già conquistato la giuria col suo capolavoro “Il Divo”, per la sua quinta volta a Cannes ha riproposto il suo attore feticcio Toni Servillo nei panni di un dolente e disincantato scrittore immerso in una società romana di dissoluzione.
Identiche possibilità anche per “Nebraska”, classico road movie padre-figlio dello statunitense Alexander Payne. Si attesta a quota 11.00 quello che era il favorito nelle stime iniziali di Stanleybet: Mahamat-Saleh Haroun, regista ciadiano che nel 2006 ha ricevuto il Gran premio della giuria alla Mostra del Cinema di Venezia e nel 2010 ha conquistato la palma d’oro a Cannes, con il bellissimo “Un Homme que Crie”. Quest’anno ha presentato “Grisgris”, storia di un ragazzo venticinquenne che sogna di fare il ballerino nonostante la gamba paralizzata. Segue a stretto giro “Behind the Candalabra” di Steven Soderbergh, biopic musicale realizzato per la HBO, bancato a 12.00.
Vede la sua quota drasticamente aumentata a 15.00 il francese Arnaud Desplechin, che con “Jimmy P” per la prima volta gira un film in inglese, nel quale Benicio del Toro e Mathiaeu Amalric hanno interpretato la storia vera del rapporto empatico che si crea tra un antropologo analista ed il reduce di guerra che ha in cura. Particolarmente apprezzato dalla stampa italiana, è stato invece per lo più stroncato dalla critica internazionale. A 21.00 è dato “A touch of sin” del cinese Jia Zhangke, così come “Only God Forgives”, cupo film di vendetta ed espiazione del danese Nicolas Winding Refn, con protagonista l’idolo Ryan Gosling.
Sulla lavagna di Stanleybet ben cinque i film bancati a quota 34.00: “Young and Beautiful”, storia di un’adolescente che si prostituisce per suo piacere girata dall’enfante terrible Francois Ozon (che, come abbiamo visto, non si lascia sfuggire occasione per far discutere); “Michael Kolhaas”, film storico del francese Arnaud Despallieres; l’inquietante thriller “Borgman” dell’olandese Alex Van Warmerdam; il violento “Heli” del messicano Amat Escalante; e infine l’apprezzato “A Castle in Italy”, semiautobiografica storia d’amore di Valeria Bruni-Tedeschi, unica donna in concorso.
Pochissime possibilità per l’ennesima pellicola sui vampiri innamorati proposta dall’americano Jim Jarmush, e per il chiacchieratissimo “Venus in fur” del maestro Roman Polanski, che insieme alla moglie e musa Emmanuelle Seigner si confronta ancora una volta con una piéce teatrale: entrambi sono quotati a 41.00. Chiude la classifica stilata da Stanleybet il film d’azione “Shield Of Straw”, nessuna probabilità di vittoria è concessa all’eclettico regista giapponese Takashi Miike, che conclude la classifica offerto a 51.00. Intanto l’Italia ha già brindato con “Salvo”, il film sulla mafia di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, che alla Semaine de la Critique si è aggiudicato il Grand Prix ed il Prix Révélation. Il giorno della proclamazione, il 23 maggio, anniversario della strage di Capaci, i due registi hanno dedicato la vittoria a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.