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Il programma è piuttosto sfaccettato, ma si incentra sul bel “Concerto in do per violoncello e orchestra” di Ildebrando Pizzetti, che il direttore Rovaris e la predetta violoncellista hanno appena inciso in un disco sui concerti per violoncello e orchestra del Novecento italiano.
Pizzetti, nato a Parma (1880 – 1968) è uno dei più grandi compositori del nostro paese, appartenente alla ‘generazione degli anni ‘80’, che prendendo le distanze dal melodramma verista di fine Ottocento, insieme con Franco Alfano, Respighi, Casella, Malipiero ha rilanciato la musica sinfonica e cameristica in Italia.
E’ autore di “Assassinio nella cattedrale” su testo di Eliot – in cui impostò un nuovo e serrato rapporto fra musica e parola – e musicò opere di D’Annunzio, “Fedra”, “La figlia di Iorio”, “La nave”.
Il Concerto che verrà eseguito domani evidenzia una palese sensibilità al canto melodico, su una struttura compositiva classicamente impostata ma aperta a soluzioni arditamente sperimentali: è stato creato nel 1934 – dopo che Pizzetti aveva firmato il Manifesto degli Intellettuali Fascisti, venendo poi nominato Accademico d’Italia – e fu eseguito nello stesso 1934 a Venezia sotto la direzione dell’autore.
Domani però alla guida dell’opera vi sarà la rodata esperienza di Corrado Rovaris: direttore musicale dal 2004 dell’Opera Philadelphia, ha diretto la Filarmonica della Scala, l’Orchestra del Metropolitan di New York, quella di S.Cecilia a Roma. Comunque in concerto figureranno anche altre opere: la suite di Respighi de “La boutique fantasque” (1919), balletto che egli musicò sugli appunti di Gioacchino Rossini per volontà di Diaglilev, il quale poi mise in scena il tutto coi ‘Ballets russes’.
A seguire, dalla suite dell’opera “Peer Gynt”, il poema nazionale norvegese musicato da Edvard Grieg nel 1875, ascolteremo “Il mattino”, davvero bello come un’aurora.
Ed infine la Sinfonia n.4 op.29 “L’inestinguibile” del 1916 di Carl Nielsen (solisti di timpano Claudio Romano e Maurizio Bianchini). Compositore danese poco noto, possiede uno stile di impianto tedesco con connotati russi, e forme di atonalismo rientranti comunque nella tradizione ottocentesca.