Parallelamente alla débacle dei talk show politici e alla perdita di appeal dei vari Floris, Giannini, Porro, Telese, Santoro ecc., c’e anche un’altra casta televisiva in difficoltà, quella dei “so tutto” dello sport. Conduttori, opinionisti e commentatori più o meno esperti che affollano il piccolo schermo si vedono così costretti a fare i conti con la progressiva disaffezione degli appassionati del pallone.
Il calcio parlato stanca, specularmente a quello giocato, tanto che lo svuotamento degli stadi (si è passati dai circa 13,2 milioni di spettatori nella stagione 2011-2012 ai 12,3 nel 2012-2013; fonte: ‘ReportCalcio’ 2014, a cura del Centro Studi, Sviluppo ed iniziative Speciali della Figc) va di pari passo con l’emorragia di “calciofili” dalla tv.
A soffrire sono in modo particolare proprio le due “roccaforti” dell’intrattenimento sportivo targato Rai. Sia “Novantesimo Minuto” che “La Domenica Sportiva”, leader di ascolti la domenica su RaiDue rispettivamente al pomeriggio e in seconda serata, non brillano di settimana in settimana nelle loro performance.
Ecco quindi che l’appuntamento televisivo con il resoconto pomeridiano della domenica calcistica si attesta intorno a un’audience media di 1.377.794 telespettatori (-11% rispetto al 2013) per una share dell’8,95% (-0,85%), mentre lo storico talk show sportivo della seconda serata di RaiDue si ferma a una media di 1.266.433 affezionati (il 10% in meno rispetto a 1.412.940 del 2013), per una share del 10,05% (-0,85%).
E’ ormai un dato di fatto, quindi, che la “renovatio” tentata dall’ormai ex direttore di Rai Sport, Mauro Mazza, con la sostituzione degli storici conduttori delle due trasmissioni (Marco Mazzocchi al posto di Franco Lauro e Sabrina Gandolfi in luogo di un volto storico come quello di Paola Ferrari), non abbia incontrato il favore del pubblico o, quanto meno, della sua maggioranza. Ma le ragioni del declino vanno oltre.
“Sicuramente ‘Novantesimo Minuto’ – spiega Anthony Cardamone, Head of Research di Omnicom Media Group – soffre della frammentazione della giornata calcistica, che svuota di valore il classico appuntamento con i goal delle ore 18 della domenica, che per anni è stato un cult per molti italiani. Basti pensare che 10 anni fa viaggiava ad oltre il 30% di share. Nel settembre del 2014 hanno seguito la trasmissione poco più di 1,2 milioni di telespettatori (share 9,3%), -12% in termini di audience verso lo scorso anno, mentre ottobre a puntate omologhe è ancora peggio: -20% con oltre 1 punto di share perso.Quanto alla ‘Domenica Sportiva’, i dati sono altalenanti. Il mese di settembre è partito abbastanza male e con quasi 2 punti di share in meno rispetto al 2013, mentre ottobre è stato leggermente sopra in termini di share. La frammentazione penalizza ovviamente il programma della domenica sera, che, invece di chiudere il weekend sportivo, si trova a commentare gli eventi ancora in corso”.
Ma diamo uno sguardo al prospetto completo dei dati:
Restando in tema di rubriche calcistiche targate Rai, infatti, anche “Dribbling” (RaiDue), affidato alla conduzione di Simona Rolandi, fa fatica a tener testa ai risultati dello scorso anno e deve fare i conti con una contrazione dell’audience (1.317.514, 4 punti percentuali in meno rispetto al 2013), mentre la share (7,40%) si mantiene sostanzialmente stabile. Fa eccezione la rubrica “Stadio Sprint” (RaiDue) di Enrico Varriale, che, a fronte di una riduzione dell’audience di 10 punti percentuali, incassa un incremento della share (8,14%) dello 0,07%.
Ma, se Atene piange, Sparta non ride del tutto. In casa Mediaset ha perso lo smalto di un tempo anche “Tiki Taka – Il calcio è il nostro gioco” (Italia Uno). Quantunque il programma di Pierluigi Pardo vada in onda di lunedì senza concorrenza, gli ascolti di quest’anno sono ulteriormente diminuiti sia in termini di audience (548.391, -4%) che di share (7,77%, -0,64%). A sorridere è solo Mino Taveri con il suo “Sport Mediaset XXL” (Italia Uno), che viaggia su una media di 1.360.731 telespettatori (+12% rispetto allo scorso anno) per una share dell’8,10% (+1,47%).
Passando dalla tv generalista al satellite, infine, anche Ilaria D’Amico con il suo “Sky Calcio Show”, in onda su Sky Sport 1, è partita quest’anno in sordina, attestandosi su una audience media di 187.429 spettatori (-7%) per una share dell’1,08% (-0,16%).
Ma come si spiega questo tracollo generalizzato? Per Anthony Cardamone “c’è da dire che questo calo di audience è relativo principalmente ai contenitori sportivi perché le partite in diretta, in realtà, sono in salute”. A parte la Nazionale italiana, che sulla Rai sfiora il 40% di share, anche le italiane in Champions League sulle reti Mediaset fanno circa il 20% in più rispetto allo scorso anno (aumento dovuto principalmente al fatto di avere l’esclusiva).
Anche la Serie A sulle pay tv è in ottima forma: la dibattuta Juventus – Roma è stata vista da quasi 3 milioni di telespettatori (17% di share) e a breve c’è il derby di Milano che dovrebbe attestarsi sullo stesso livello.
“Credo che il maggior problema per i talk show sportivi – conclude l’esperto di media – sia più che altro la continua presenza di dirette, che tra settembre e ottobre, con Serie A, coppe europee e nazionali, hanno praticamente registrato una partita al giorno, una specie di ‘panta rei’ pallonaro continuo”.