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La nuova sfida di Rai 2 è portare in prima serata un programma che tratti il tema della tradizione pasticcera italiana in modo dettagliato e completo, cosa che, in questi termini, sulle reti generaliste non è ancora avvenuta. Il più grande pasticcere, come gli altri nuovi programmi realizzati dalla rete nella stagione televisiva in corso, mira a intercettare un pubblico giovane anche grazie ad un linguaggio molto moderno, e vuole inserirsi nel grande filone televisivo del talent show. Con un’importante differenza: i concorrenti sono già dei professionisti e hanno carriere ben avviate, quindi il loro livello è qualitativamente molto alto. In questo aspetto il talent si differenzia da Bake off Italia- Dolci in forno, dove i partecipanti sono pasticcieri amatoriali.
In ciascuna puntata i partecipanti verranno sottoposti a tre prove: una nell’accademia di pasticceria Boscolo Etoile Academy di Tuscania (VT), una in esterna e una terza di nuovo in accademia. I quattro concorrenti risultati peggiori nelle prime due prove si sfideranno nella terza, che decreterà l’eliminazione definitiva di due (almeno nella prima puntata) di loro.
Come spiega Pasquale Romano di Toro Produzioni (che con Rai 2 ha prodotto il programma), nel primo episodio che andrà in onda martedì 25 novembre ai pasticceri verrà chieso di realizzare il dolce che più li rappresenta, dando così la possibilità ai telespettatori di conoscere meglio i ragazzi attraverso le loro opere.
A giudicare tutte queste prelibatezze ci saranno tre giudici d’eccezione, che si preannunciano già molto severi e esigenti. Luigi Biasetto, l’intellettuale del gruppo, afferma: “La pasticceria è precisione e pazienza; è trasformazione e festa. Si usano gli alimenti ma non è cucina, è qualcosa di più e anche gli chef concordano su questo aspetto”.
Leonardo Di Carlo puntualizza: “Non mi limito a bacchettare i concorrenti. Voglio prima far capire loro dov’è l’errore, altrimenti il rimprovero non serve a nulla”. Il suo consiglio ai pasticceri? La semplicità dei piatti, perchè “Semplicità equivale a genio”.
Infine Roberto Rinaldini, il più giovane (ha 37 anni) nonchè colui che incute più timore: “Sono il più esigente perchè se qualcuno dieci anni fa mi avesse dato questa opportunità in qualità di concorrente io ci avrei messo l’anima, e anche di più”.
A loro tre si aggiunge un tutor d’eccezione: Iginio Massari. Il grande Maestro della pasticceria italiana guiderà e giudicherà i concorrenti nella seconda prova, quella in esterna, che li porterà a confrontarsi con i dolci tipici del territorio italiano: dalla Val Badia a Palermo, passando per Roma e Milano.
Per chi riuscirà a conquistare la corona di miglior pasticcere c’è in palio la pubblicazione di un libro di ricette.
Il pubblico a casa non abbia paura di ingrassare o di vedere impennarsi la propria curva glicemica: come hanno detto i giudici “i dolci se fatti con il cuore fanno bene”.