Terminologia che fino a qualche anno fa apparteneva al linguaggio tecnico dei convegni degli esperti del territorio, dei climatologi, e che oggi fa paura a tutti perché, quando la cronaca ne fa uso, vuol dire che già si contano le disgrazie declinate in alluvioni, esondazioni, frane, raccolti perduti, case allagate, economie familiari rovinate forse per sempre, troppo spesso morti.
Stavolta Linea Verde torna sull’argomento puntando la sua attenzione sui tanti elementi che concorrono a definire l’identità di un problema.
La puntata avrà un suo “centro” territoriale individuato nella zona di Carrara che poi si estenderà tra Lavagna, Aulla, il lago di Massaciuccoli, Torre del Lago, e il borgo di Bocca di Magra: ovvero in quell’area tosco/ligure dove le numerose “allerte meteo” si traducono con implacabile certezza matematica in danni sempre ingenti.
{module Google richiamo interno} Patrizio Roversi e Daniela Ferolla si muoveranno tra aziende e storie di persone colpite, raccoglieranno testimonianze, individueranno dalla viva voce dei protagonisti quelle assurdità normative che, ad esempio, impediscono agli agricoltori la pulizia di corsi d’acqua prossimi alle loro coltivazioni.
Gireranno queste domande alle massime figure istituzionali impegnate su questo fronte: Erasmo D’Angelis, coordinatore della Unità di missione contro il dissesto idrogeologico e lo sviluppo delle infrastrutture idriche, e Massimo Gargano, direttore generale dell’A.N.B.I. (Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni), organismo cui è affidata la operatività dei cantieri per la sistemazione del territorio (previsti 500 entro la fine dell’anno e 600 nel 2015) attorno ai quali ruota un principio fondamentale, quello della prevenzione.
Ma oltre ai conduttori ufficiali, in questa puntata particolare, anche gli storici consulenti del programma saranno coinvolti in veste di inviati: Marco Menghini sarà nelle Marche, a Senigallia, dove nel maggio di quest’anno l’esondazione del fiume Misa ha creato gravi danni alle colture; Eugenio Barbieri sorvolerà invece la Val Grue nell’Alessandrino dove verrà affermato il principio che anche le più onerose opere strutturali in difesa del territorio non possono prescindere dall’esperienza e dall’osservazione di chi quelle zone le vive quotidianamente da contadino; infine Mauro Rosati sarà nel Chianti in una azienda che negli anni ha modificato le sue tecniche di gestione dei vigneti con l’accentuarsi dei fenomeni di dissesto.
Non mancherà poi il necessario punto di vista di un climatologo: Valerio Rossi Albertini del CNR darà conferma di un dato: negli ultimi 800mila anni la concentrazione di anidride carbonica non è mai stata così elevata come nell’ultimo mezzo secolo.