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In conclusione, scriveva Iacopino: “L’esecutivo dell’Odg nazionale ha deciso che, senza eccezione alcuna, denuncerà alle magistratura per esercizio abusivo della professione giornalistica quanti galleggiano sul diritto dei cittadini all’informazione, senza dover rispondere a quelle regole deontologiche che impongono precisi doveri ai giornalisti”.
Si tratta di una nota in cui, seppur non esplicitato, molti avevano letto un riferimento a Barbara D’Urso che, proprio in quei giorni, stava sviscerando il caso Ceste in tutti i contenitori pomeridiani di Canale 5, settimanali e non. Come vi avevamo già riportato nel corso della domenica precedente infatti, la conduttrice aveva dato voce al “presunto amante” della Ceste, indugiando sui particolari e cercando in tutti i modi di sapere se i due stessero consumando un tradimento ai danni di Michele, il marito della vittima.
La settimana successiva dunque, l’ammonimento di Iacopino. Il messaggio però non è stato raccolto, tanto che, quello stesso pomeriggio, ad Elena Ceste è stato dedicato un ampio segmento. Non solo: è stato collocato nell’ultima parte di Domenica Live, quella che traina i telespettatori verso la fascia dell’access prime time, dunque il più visto. La vicenda è stata trattata secondo i soliti canoni tipici dei programma della D’Urso, senza accortezze di chi mostra di aver preso atto della comunicazione di Iacopino.
Ecco allora la notizia, divulgata prima dal Presidente e poi dall’istituzione-Ordine: la prima denuncia è stata rivolta proprio a Barbara D’Urso. Le viene imputato “esercizio abusivo della professione”. L’esposto è stato indirizzato alle procure di Roma e Milano, all’Agcom, al Garante per la protezione dei dati personali e al Comitato Media e minori, in quanto il comportamento della conduttrice avrebbe leso non solo la memoria della Ceste, ma anche oltraggiato i suoi figli.
Iacopino infatti, parla proprio di “femminicidio” che non “si consuma solo con l’uccisione di una donna, ma, oltre la morte, anche con l’oltraggio alla sua vita e a quello della sua carne: i suoi figli”.
La deriva dei programmi di Barbara D’Urso del resto era cosa nota; spiace solo che il ridimensionamento arrivi da un Ordine esterno anziché dai vertici di rete.