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Il progetto è organizzato dalla COPEAM (network degli operatori dell’audiovisivo del Mediterraneo) e dall’ASBU (Arab States Broadcasting Union).
La serie di brevi documentari, che a fine gennaio 2015 sarà pronta per la messa in onda, coinvolge 12 televisioni pubbliche del Nord e del Sud del Mediterraneo, tra cui la RAI, e si sviluppa attorno al tema “Sport senza frontiere”. Lo sport come sfida personale, come strumento per superare i limiti fisici, sociali e culturali, come mezzo d’integrazione, inclusione sociale ed emancipazione femminile. Un tema universale, dunque, scelto per raccontare storie di uomini e donne che, grazie allo sport, stanno combattendo piccole, grandi battaglie.
{module Google richiamo interno} Sette degli episodi raccontano di giovani donne che seguono il loro sogno sportivo con determinazione e passione. Storie che raramente arrivano sui nostri schermi televisivi, come quella di Roageha, campionessa di atletica del Bahrein, o di Halima, la prima donna a praticare l’equitazione tradizionale “Tbourida” in Marocco, o ancora di Fatma, calciatrice tunisina che sceglie di intraprendere un difficile percorso per diventare uomo.
Altri documentari ci parlano di sport e immigrazione, come quello su Valon Behrami, calciatore di origini kosovare, oggi giocatore dell’Amburgo, la cui famiglia si è dovuta trasferire in Svizzera quando era bambino; quello sull’attività sportiva praticata nei centri d’accoglienza per gli immigrati a Malta; o quello dei 5 fratelli che dall’Inghilterra si trasferiscono in Slovenia per soddisfare il desiderio del padre di vederli giocare insieme in una nazionale di rugby.
Altri registi hanno invece scelto di realizzare ritratti di giovani disabili che raggiungono con tenacia importanti traguardi sportivi: una ragazza affetta da sindrome di Down che vince una competizione di surf in Egitto, o l’algerina Nassima, medaglia d’oro 2013 per il lancio del disco ai campionati del mondo paraolimpici.
Al Nord come al Sud, il calcio riveste un ruolo preminente. Il regista della televisione spagnola ci racconta la realtà della Nazionale Calcio non vedenti attraverso la testimonianza del suo attaccante, Antonio Jesús Martín; il documentario albanese narra la storia della prima squadra di calcio femminile diventata, nel Paese, il simbolo dell’emancipazione della donna, e quello palestinese la sfida di tre ragazze che hanno deciso di diventare arbitri.
L’episodio italiano, prodotto da Rai 2 e realizzato da Luca Rosini, consegna il ritratto di Davide Carrera, campione di apnea in immersione libera, in equilibrio fra una vita semplice in armonia con la terra e i rischi, anche fatali, di questa affascinante disciplina sportiva.
La serie “Inter-Rives: sport senza frontiere” offre dunque, attraverso queste 12 personali vicende, spaccati delle società e delle culture dei paesi coinvolti.