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Se la quarantunenne direttrice cinese, formatasi in Cina e New York ed ora alla direzione della Sinfonica Verdi di Milano, è ormai nota al pubblico italiano, per il giovanissimo Trifonov la fama sta crescendo ora, e di giorno in giorno: chi lo condusse nel nostro paese, dopo le affermazioni in patria e i premi vinti di portata mondiale, e dopo che aveva già suonato coi Wiener Philarmoniker, la Cleveland Orchestra, la Israel Philarmonic Orchestra ed altro ancora – fu il nostro astro nazionale del violino Uto Ughi, che lo inserì nella sua rassegna autunnale ‘Uto Ughi per Roma’ del 2011, all’indomani della vincita da parte di Trifonov del Premio Chopin di Varsavia.
A Roma fu presto iscritto nella stagione 2012 dell’Accademia di S.Cecilia, che in estate lo presentò anche nei concerti dei “Winners!”. Quest’anno l’Accademia lo ha nuovamente voluto (ed è ancora un ragazzo!) per un concerto solistico su Bach, sulle Ballate di Chopin di cui rese la bellezza melodica ma anche l’irruenza e potenza del sentimento, e gli Sudi Tascendentali di Liszt, che interpretò con luminosa grandiosità senza scivolare nemmeno per un attimo nel virtuosismo fine a se stesso. Un ragazzo privo di esibizionismi, tanto quanto è penetrante e senza fallo nell’introspezione della realtà musicale dei più grandi compositori del Sette, Otto e Novecento. Insomma una creatura su cui Dio ha messo proprio le mani.
Il concerto prossimo in onda su da Rai Tre presenta dapprima la “Suite n.4 in sol maggiore op.61 Mozartiana” di Čajkovskij, composta nel 1887 in concomitanza coi 100 anni dalla creazione del “Don Giovanni” di Mozart, la quale volle essere da subito un omaggio al genio del salisburghese.
Quattro i brani orchestrati da Čajkovskij dagli originali pianistici del compositore: la Giga in sol maggiore K.574, il Minuetto in re maggiore K.355, la Preghiera in si bemolle K.618 dalla trascrizione per pianoforte di Liszt dell’ “Ave verum corpus” di Mozart, infine il Tema e variazioni in sol maggiore K.455 dall’ “Unser dummel Pőbel meist” di Christoph Willibald Gluck.
In tutti i brani affiora la componente settecentesca ancora rococò di Mozart. A seguire ecco il “Concerto n.1 per pianoforte, tromba e orchestra d’archi op.35 in do minore” del 1933 di Šostakovič, eseguito a Leningrado con l’autore stesso al pianoforte. E’una composizione dall’organico inconsueto, in cui la tromba accanto al pianoforte ha un evidente peso solistico (nel quarto movimento eseguirà una nota melodia, da una canzone russa di allora): vi si produrrà Roberto Rossi prima tromba dell’Orchestra Nazionale della Rai. Il concerto palesa il tipico carattere ironico e sarcastico dell’autore de ”Il naso”, il quale si muove fra citazioni da Haydn, da Beethoven (il tema dell’Appassionata ricorre in tutte le possibili variazioni) e persino da se stesso. Il pianoforte viene utilizzato come in Prokofiev in forma spesso percussiva, tagliente e metallica: ed è in questa nuova prova che ascolteremo il giovane e bravissimo Daniil Trifonov.