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Quello che vedremo però, non sarà un classico prodotto d’animazione: per la trasposizione televisiva infatti, è stato scelto il motion comic. Una decisione dovuta sicuramente a motivazioni economiche, e che ha permesso inoltre di adattare Orfani in tempi più brevi.
Il motion comic è un formato in cui, a partire dalle tavole originali, grazie alla computer grafica, vengono inserite delle animazioni che muovono i disegni; tolti i balloon delle vignette e le onomatopeiche, si aggiunge poi il doppiaggio.
Una soluzione singolare in Italia, ma adottata spesso oltreoceano: la Marvel e la Dc Comics ad esempio, l’hanno utilizzata per titoli quali Watchmen, X-Men, Iron Man e Wolverine, realizzando versioni in dvd di alcune saghe particolarmente amate.
Orfani nasce da un’idea di Roberto Recchioni, prolifico autore nonché “rockstar” del fumetto italiano, e Emiliano Mammucari, che ha curato il character design dei personaggi.
La serie di Rai Quattro è stata prodotta da Sergio Bonelli Editore in collaborazione con RaiCom; alla regia troviamo Armando Traverso, che ne ha firmato la sceneggiatura insieme a Recchioni.
Ambientato in un futuro di devastazione e morte, Orfani riprende tutti i classici tòpoi della narrativa fantascientifica: la lotta per la sopravvivenza del genere umano, intento a combattere contro una razza di alieni che ha lanciato l’attacco alla Terra.
Siamo in Europa, tra Italia e Spagna; la storia si apre con il ricordo dell’esplosione che, anni prima, ha sterminato un sesto della popolazione mondiale: “Per primo arrivò il lampo che bruciò i nostri occhi. Poi seguì il tuono che fece esplodere i nostri timpani”.
Le immagini si susseguono, articolate lungo la linea temporale del presente e quella del passato: addestrati al combattimento dal colonnello Takeshi Nakamura, alcuni bambini, gli Orfani, diventano temibili soldati scelti, gli unici a cui spetta il diritto di vendicarsi contro i nemici.
Come i piccoli protagonisti de Il signore delle mosche, senza le regole imposte dalla società civile, divengono spietati. Ringo il Pistolero, Sam la Mocciosa, Julia l’Angelo, Rey, Felix, Raul l’Eremita, Jonas il Boyscout, Hector, sono micidiali macchine da guerra nascoste sotto possenti armature di metallo: loro “non fanno arte, fanno cadaveri”.
Un motto che verrà portato alle estreme conseguenze qualche anno dopo, quando i ragazzi scopriranno che dietro l’esplosione non si cela una sconosciuta razza aliena, ma un esperimento umano. Una consapevolezza che darà inizio ad una cruenta battaglia fratricida.
Il fumetto ha esordito nell’ ottobre 2013, trainato da una massiccia campagna promozionale. Si tratta del resto di un titolo che segna un punto di svolta per un’azienda quale la Bonelli: non solo l’introduzione del colore in una testata mensile, ma l’intento di raggiungere un pubblico di lettori che non si riconosceva nell’integrità di Tex o nello sbiadito Dylan Dog degli ultimi anni.
Proprio a Orfani Rai Quattro aveva dedicato le ultime due puntate della seconda stagione di Fumettology, il programma dedicato a quella che il maestro Hugo Pratt definiva “letteratura disegnata”.