Michele Santoro apre come sempre la puntata con il suo editoriale. Bello anche se un po’ troppo retorico il suo discorso che tira in ballo zingari, ebrei, campi di concentramento rifacendosi alla corruzione romana e soprattutto a Massimo Carminati. Nel finale c’è spazio per la speranza: “Non scoraggiatevi, il lavoro rende liberi!“.
Il viaggio nella corruzione nella capitale inizia da Laurentino 38, dove giovani e vecchi si dividono il mercato della cocaina. Un testimone sostiene come i quattro re, Massimo Carminati, Michele Senese, don Carmine Fasciani e Peppe Casamonica, sono in carcere ma possono raggiungere persone fuori. C’è spazio anche per “Er pantera“, ex bandito della banda della Magliana, che ospita giovani a casa sua per pippare cocaina. Lui stesso sostiene come le guardie siano ammiccate con gli spacciatori.
Entra in studio Giulia Innocenzi e subito interpella Lirio Abate, giornalista che da diversi anni sosteneva la presenza della mafia a Roma. Il reporter l’11 novembre ha subito uno speronamento mentre era in macchina. “Carminati comandava una grossa fetta di Roma, faceva da collante tra i clan. Faceva soldi e imponeva i suoi uomini alla politica e alle grandi aziende”.
Primo interevento di Francesco Storace e prima polemica: il politico attacca l’impostazione data alla trasmissione. Inoltre sottolinea come questa sia una cosa differente dalla mafia: “Non dobbiamo fare ideologia, non passiamo il messaggio che la mafia è a destra“.
Prime vignette di Vauro e Vincino dedicata alla vicenda, il riferimento ad una famosa canzone è palese.
Dopo la pubblicità va in onda la ricostruzione di un dialogo tra Carminati e il suo braccio destro, Riccardo Brugia. Due i consiglieri Patanè (PD) e Luca Gramazio (Forza Italia) indagati per associazione mafiosa. Quest’ultimo si è dimesso oggi.
Finalmente parola ai ragazzi. Elisa attacca subito Storace, dicendo che pure essendo una militante di destra, la politica che lui propone aumenta la corruzione negli enti pubblici. Un altra ragazza gli chiede ma come mai non se n’è accorta? L’esponente di destra tergiversa e poi getta la responsabilità su Zingaretti, sostenendo che ha reagito solo dopo una sua interrogazione.
In collegamento Giovanni Bianconi, giornalista del Corriere della Sera. Dalle intercettazioni si capisce che i politici ricevano gli ordini dai banditi. E aggiunge: “Carminati e gli altri non fanno parte della mafia ma utilizzavano metodi mafiosi”.
Berrtazzoni ha intervistato Alemanno che si è difeso dicendo che non ha mai conosciuto Carminati e che ha sempre lottato contro la criminalità organizzata. Poi scappa di fronte alla provocazione del giornalista che gli ricorda un’incertezzione in cui Buzzi era preoccupato per l’eventuale vittoria elettorale di Marino.
Primo battibecco tra Storace e Abate. Laura lancia un generico vergognatevi, riferito alla classe politica e il vice presidente se la prende sul personale e chiede la ragazza di chiedergli scusa. Brava Giulia Innocenzi che gli chiede di non buttarla sul personale.
I ragazzi questa sera sono più disciplinati ma gli viene dato meno spazio, forse pagano il comportamento delle scolrse puntate. Spazio ancora a Vauro e Vincino; il disegnatore toscano è molto più bravo con la matita che con la lingua. Parolacce e parole pesanti nei confronti di Berlusconi, prima delle classiche vignette. Pubblicità.
Servizio girato nel campo rom di Castel Romano, costruito finanziando una delle cooperative di Salvatore Buzzi. I quasi due milioni affidati a lui, sembrano volatilizzati, visto le condizioni del campo. Bella questa intuizione degli autori di alternare intercettazioni reali con ricostruzioni fatte con degli attori professionisti. Diventa più facile seguire l’argomento.
Carlo Bonini, di Repubblica in collecamento video: “questa mafia ha una storia, un inizio, una matrice nera. Poi trova buon gioco anche con una parte della sinistra di Roma”. Il dibattito continua; Abate e Storace si scontrano sulla possibilità che i membri della giunta non si fossero accorti di nulla. Violento scontro verbale tra Vauro e Storace su mafia, terrorismo rosso e nero. Ma la conduttrice dov’è?
In un servizio vediamo l’arresto di Carminati. I giornalisti Bianchi e Ferrari l’avevano riconosciuto dopo aver visitato la villa dove ha vissuto e aver fatto una lunga chiacchierata con l’amico Iannelli, intestatario dell’abitazione. Per fortuna ci sono questi professionisti e questi reportage che innalzano un po’ il livello qualitativo della trasmissione.
Due ex poliziotti raccontano di come loro abbiano scoperto le collisioni con la mafia 10 anni fa, ma di fatto nessuno voleva che la vicenda uscisse fuori. “Mafia e politica dividono lo stesso territorio o si mettono d’accordo o si sparano. Avete sentito di qualche politico sparato?”.
Pino Maniati, giornalista di TeleIato famoso per le sue inchieste contro la mafia, ieri ha trovato i suoi due cani impiccati. Lui dichiara di non arrendersi: “Se non si taglia il cordone ombelicale che lega la mafia alla politica, non ne usciremo mai”.
Arrivano le scuse di Vauro per la battuta di prima e la stretta di mano con Storace.
Dopo l’ultima pubblicità scoppia la lite tra Mirko, membro di Casapound, e Federica. Come sempre nei momenti finali delle trasmissione i ragazzi si sfogano e Giulia Innocenzi perde completamente il controllo. Finalmente arrivano i The Jackal e del loro video “Scatto alla risposta”. Sinceramente troviamo inspiegabile questa posizione in chiusura. Il loro brio e simpatia serviva per spezzare la trasmissione e ridarle vigore.
Announo torna giovedì prossimo alle 21.10 sempre su La7, con la penultima puntata di questa stagione.