Con le cinque puntate previste in palinsesto, Retequattro prova a raccontare le emozioni di tutti coloro che ce l’hanno fatta a sopravvivere in situazioni difficili e spesso drammatiche, attraverso un percorso narrativo fatto di testimonianze dirette e di immagini inedite
A passare sotto gli occhi dei telespettatori è un’umanità varia: uomini, donne e bambini che sono stati al centro di vicende straordinarie, dalle quali sono usciti vivi, per capacità loro, per bravura dei soccorritori o spesso soltanto per casi fortuiti. Viene dato spazio alle persone comuni in una narrazione che, assicurano gli autori, non è mai retorica o sopra le righe, ma è sempre contenuta nei confini della sobrietà e dell’analisi oggettiva.
“Alive” segna il debutto come conduttore su Retequattro del naturalista Vincenzo Venuto. Sarà il trait d’union tra i vari protagonisti della trasmissione. A lui il compito di raccogliere le testimonianze di tutti coloro che desiderano raccontare le proprie vicende per dare anche un segnale di ottimismo e di speranza. Quando tutto sembra perduto, dirà uno dei partecipanti, è la voglia di vivere, a dare la forza di crederci ancora. Venuto si reca sui luoghi nei quali sono accaduti i drammatici eventi per incontrare i protagonisti e ricostruire quei momenti: si va dal caso di Angelo Licursi (estratto ancora in vita dalle macerie della scuola di San Giuliano di Puglia), alla storia di un uomo che si è schiantato a 180 all’ora con un’auto sportiva; dall’episodio di un ragazzo caduto nel vano di un ascensore a quello di un elicottero infrantosi al suolo mentre soccorreva un motociclista.
Sullo sfondo delle storie, i documentari realizzati appositamente per “Alive” ricostruiscono episodi dolorosamente impressi nella memoria collettiva. Tra questi, saranno ricordati l’incendio all’interno del tunnel del Monte bianco, le alluvioni di Genova e Sarno, il terremoto di San Giuliano di Puglia, l’incidente aereo di Linate, l’esplosione alla Stazione di Viareggio, lo tsunami in Giappone, i casi di cannibalismo tra i passeggeri di un aereo precipitato sulle Ande.
Inoltre, nel programma sarà dato spazio anche a quanto accade all’estero, in fatto di sopravvivenza ai limiti del credibile. In prima tv assoluta, infatti, vedremo documentari stranieri con video di salvataggi e prove di sopravvivenza provenienti da un capo all’altro del mondo. Le immagini testimoniano incredibili incidenti con auto, aerei, elicotteri, paracaduti; cronache di persone disperse in deserti e giungle; resoconti di gruppi bloccati in un ospedale durante un uragano.
Questo genere televisivo è stato già sfruttato ampiamente dalla tv generalista. Adesso Simona Ercolani prova a proporre il racconto televisivo sotto un’ottica differente. Vedremo se l’obiettivo sarà centrato.