Albano Carrisi ci tiene subito ad anticipare che per lui questa seconda edizione del programma sarà l’ultima. “Il prossimo anno non sarò più alla conduzione. Il carico emotivo di questo programma è troppo forte per uno come me, certe scene mi tagliavano il cuore”.
Il cantante-conduttore si riferisce alle storie dei ricongiungimenti tra fratelli, genitori e figli, in generale tra familiari che il destino ha separato per decine di anni. Naturalmente il programma prova a farli ritrovare. Qualcuno accetta di riabbracciare i propri cari sotto i riflettori, altri , invece, hanno preferito condividere le emozioni del ritrovarsi in privato.
{module Google richiamo interno} A unire tutte queste persone è quella che Al Bano definisce “la voce del cuore che ha permesso di resistere tanti anni lontani da fratelli o sorelle che sapevano di avere ma senza sapere dove perché la legge sull’adozione non lo consente”.
Come già accadde lo scorso anno, Albano ci tiene a sottolineare ancora una volta: “non si tratta di tv del dolore ma di tv della gioia”. Gli fa eco Paola Perego naturalmente in sintonia: “Per evitare la tv del dolore, abbiamo scelto di non indugiare sui ricordi del ‘prima’, degli anni trascorsi negli orfanotrofi, e dare spazio alla gioia dell’incontro”. Una gioia che lei, nel corso delle riprese del programma, ha conosciuto da vicino e vissuto in prima persona. E’ accaduto che il marito, l’agente Lucio Presta, durante un soggiorno negli USA. ha scoperto di avere un fratello: “Prima di questo episodio non capivo cosa fosse il legame di sangue. L’ho capito attraverso questa vicenda personale”.
“Così lontani così vicini”, come già nel 2013, non si svolge all’interno di uno studio televisivo ma in giro per il mondo, “on the road”, in cerca delle persone da ritrovare. E l’aspetto più singolare sta nella constatazione che Albano e la Perego hanno lavorato indipendentemente l’uno dall’altro, senza mai incontrarsi. Sono le telecamere a metterli insieme attraverso il montaggio.
Il programma di Raiuno nato nel filone del cosiddetto “emotainment”, unisce emozioni e intrattenimento sull’esempio di “Carramba, che sorpresa!”, ma è completamente differente, come ha sempre sottolineato Albano Carrisi.