Innanzitutto diciamo che Passepartout è un programma settimanale della terza rete che approfondisce temi culturali spesso partendo dalle varie mostre in corso in tutt’Italia. Proviamo a spiegare l’argomento di cui Daverio si occuperà oggi. Fine della puntata è dimostrare come la comprensione del mondo cambia a seconda delle epoche storiche. Per noi europei infatti oggi sembrerebbe che il centro del mondo sia l’asse Bruxelles-Strasburgo. Per i greci antichi il centro era invece l’Egeo che segnava al tempo i confini tra occidente ed oriente e dove la parola “ereb”, da cui si fa discendere l’etimologia di “Europa”, designava proprio la parte occidentale.
Ma a riprova di come le cartine non diano mai risposte, basta spostarsi un po’ più avanti nel tempo, quando cioè le città del Peloponneso cominciarono a disgregare il loro potere, negli anni compresi nel IV secolo a.C., e scoprire un nuovo centro del mondo, spostato un po’ più verso Oriente, grazie all’azione di Alessandro Magno, che fu capace di creare un grandissimo impero, che inglobò Europa ed Asia dove Babilonia diventò il fulcro e il crocevia di questi mondi. E da Babilonia proviene infatti una incredibile meraviglia, un “Ratto di Europa”, risalente al III, II secolo a.C., una delle opere più significative tra quelle presenti nella mostra “Sulla via di Alessandro. Da Seleucia a Gandhara” che fu ospitata a Palazzo Madama di Torino.
Daverio, dunque, è sulle tracce del grande condottiero e lo fa proprio partendo dalla suddetta mostra. Nel corso della puntata evidenzia come sia fortemente “contaminato” il mondo alessandrino, che ha lasciato tracce incredibili, senza le quali l’Europa non sarebbe l’Europa. Lo si evince, ad esempio, dalla diffusione del culto di Mitra, che nella Roma imperiale diventerà il concorrente monoteista di Gesù. Infatti Mitra muore a 33 anni come Gesù e come lo stesso Alessandro.
Daverio poi si allontana gradualmente dalla mostra alessandrina che però è sempre al centro del viaggio e dimostra come siano stati influenzati dalla cultura cara al grande condottiero, anche quei popoli che non erano caduti sotto il giogo di Alessandro. Tra questi Petra, la città dei Nabatei, i grandi trasportatori autonomi dell’antichità, carovanieri che inventarono gli headquarters della loro ricca attività in un luogo unico.
Qui, con grande meraviglia, ci vien fatto vedere come, da un’incredibile gola lunga alcuni km, si acceda alla più inattesa e alla più spettacolare delle necropoli del mondo. Facciate incredibili e romantiche dal sapore ellenistico ma con elementi spiccatamente babilonesi. Costruzioni, portali, templi, teatri dove si possono scorgere in felice coabitazione vari elementi egiziani o siriani, forti testimonianze greche e poi, finalmente, cospicui interventi romani, risalenti al tempo in cui Roma non era più periferia del mondo ma ne era diventata il centro. E come accade da sempre il centro per essere davvero tale ha bisogno di manifestarsi anche nella sua periferia.