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Questi, con metodo accattivante, semplice e con la personale simpatia, avvalendosi di strumenti elementari, una lavagna, un blocco di carta su un cavalletto, dei carboncini, riuscì nell’intento di insegnare a scrivere costruendo lezioni primarie in televisione, per classi di minori, ma soprattutto di adulti analfabeti o quasi. Memorabili rimasero le sue lezioni: ed oggi la Rai a lui intitola il predetto programma per la promozione della cultura digitale del Paese, annunciandolo attraverso il direttore Generale Luigi Gubitosi, il Digital Champion per l’Italia Riccardo Luna, e…. attraverso il video di una simpaticissima performance di attori comici.
E’ proprio vero che l’Italia ha solo un terzo della popolazione alfabetizzata sul digitale, ossia ha uno dei tassi di tale analfabetismo più alti in Europa: per cui l’obiettivo dell’Agenda Digitale Europea è di ridurlo al 15% entro il 2020. Ed è su questa priorità che Alessandra Poggiani direttore generale dell’AGID si è soffermata, insieme con Valerio Fiorespino, direttore di Risorse Umane e Organizzzazione.
Ma il tempo delle lezioni scolastiche periodiche alla Manzi, una tantum, è sorpassato. Il piano RAI intende diffondere l’alfabetizzazione digitale in forma di contaminazione dell’intera programmazione del servizio pubblico, virtualmente 24 ore al giorno per 365 giorni…..utilizzando i diversi canali e le diverse proposte possibili, le diverse esigenze della popolazione e tutti i ‘producer RAI’.
Tale processo è stato avviato il 15 ottobre scorso, al fine anche di sviluppare il prossimo “palinsesto digitale” del Servizio Pubblico Radiotelevisivo, ed il 9 dicembre scorso sono seguìti i relativi decreti attuativi. Certo, pare che si siano levate in più di un paese europeo le avvisaglie del pericolo della radicalizzazione di un tale processo, che tecnologizzando anche la scrittura mette a repentaglio le capacità di linguaggio, di dialogo e di riflessione dei giovani. Cosa che peraltro già ebbero a dire i filosofi esistenzialisti tedeschi, fra cui Heidegger, che avvertì del pericolo che la tecnica giunga ad alienare l’uomo.
Ma i giovani sono entusiasti: e la rappresentante migliore oggi ne era il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione Marianna Madia: è lei che ribadisce che tutti i ragazzi già usano internet e che ormai lo fanno anche le madri, se non le nonne.
“Siamo nel bel mezzo di una rivoluzione dell’intero servizio pubblico televisivo, e la digitalizzazione non è solo un obbligo, è un diritto”, afferma convinta la giovane Madia. “Fra poco avremo un’unica banca-dati, un’unica anagrafe, da cui poter sapere all’istante qual è il metodo didattico dell’asilo del nostro bambino, quanti i volumi di una biblioteca, quale gommista si trovi più vicino a casa nostra”.
A ben guardare il panorama sembra quello di un mondo di robot: ma la giovane Ministro con il suo entusiasmo pare spronarci a fare la prova. Purchè invece di dire “Non è mai troppo tardi”, come il bravo Manzi 50 anni fa, non ci dovessimo trovare a dire… “ormai è troppo tardi”.