{module Banner sotto articoli}
Il giudizio di Enrico Vaime è netto. Infatti rivela: “la tv è immagine di una crisi che esiste a monte, ma non può essere considerata causa di quella stessa crisi. I talk show in particolare, sono affollati da presenzialisti che vanno in televisione solo per essere visti, con la presunzione di spiegarci quello che nemmeno loro hanno capito: l’aspetto inquietante è che, di fatto, il compito di informarci viene affidato proprio a loro”.
E sulle produzioni, continua: “al momento la Rai si affida quasi interamente alle produzioni esterne, con la conseguenza che vengono delegati sia la responsabilità che il merito. Accade quindi che uno spettacolo “capolavoro” come I Dieci Comandamenti di Benigni, sia trasmesso solo dall’azienda di servizio pubblico”.
“Il problema”prosegue Vaime, “è che manca il ricambio autoriale: le idee migliori vengono sperimentate in radio, mentre la televisione è stagnante. Sanremo ad esempio è sempre lo stesso, con la differenza che sul palco si trovano persone più giovani; il pubblico però, non avverte una differenza col passato”.
Sulla figura dell’ autore, afferma: “un autore nasce dagli errori: sbagliare è necessario per capire come muoversi nelle esperienze successive. Occorre dunque tempo, ed è perciò fondamentale trovare qualcuno che ti dia fiducia, è fondamentale un mentore; invece, ora come ora, manca proprio questa capacità di coltivare le nuove leve.
Ad una situazione tanto desolante infine, si aggiunge l’incompetenza di alcuni dirigenti, che spesso di televisione capiscono molto poco oppure riservano le peggiori fasce orarie ai personaggi poco graditi”
Recentemente Enrico Vaime ha pubblicato due libri: Cin cin. Bere troppo fa male. Non bere per niente, a volte, fa peggio e Il meglio è passato. Il senso della storia e il senso del ridicolo, entrambi editi dall’emiliana casa editrice Wingsbert House.
Il secondo in particolare, si configura come il tentativo di recuperare quegli elementi che dimostrino quanto l’epoca fascista sia stata, nella sua tragedia, anche ridicola. Alcune frasi di quel periodo, rilette oggi fanno sorridere, ma sono state espressione di una debolezza, di una perdita di valore.
Naturale un paragone con il presente: per certi aspetti la situazione non è migliorata. Al punto che, con un pizzico di cinismo, Vaime avrebbe voluto titolare il suo scritto Coraggio, il meglio è passato.
Qui l’intervista che Vaime ci ha rilasciato sull’importanza della Radio che ha festeggiato i 90 anni quest’anno.