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Intanto ci si comincia a chiedere se sia passata davvero una cometa duemila anni fa. Poi si indaga su quanto possono spiegare l’astronomia e la fisica sulla cometa raccontata dal Vangelo. Bisogna anche spiegare la materia di cui sono composti questi corpi celesti.
Federico Taddia ha cbiamato un personaggio che coniuga nella sua persona la scienza e la religione. Si tratta di una guida speciale: uno scienziato che è anche un religioso, Padre Josè Gabriel Funes, astronomo gesuita e Direttore della Specola Vaticana, l’Osservatorio della Santa Sede.
“Dallo studio delle comete si può provare a rispondere a due interrogativi – spiega Padre Funes –come si è formato il sistema solare? E ancora, possiamo capire in qualche modo l’origine della vita sulla terra? Il materiale cometario – continua – è formato da molecole organiche, forse proprio da lì è iniziata la vita”.
Padre Funes – a proposito del suo duplice ruolo di scienziato e religioso – spiega poi come possa esistere un punto di contatto tra sacre scritture e ricerca scientifica: {module Google richiamo interno} “quello che mi muove è la curiosità, condivido la stessa passione dei miei colleghi scienziati. Com’è nata la vita sulla terra è ancora un’ipotesi, noi non sappiamo come sia successo ma sono fiducioso che in futuro, la scienza, saprà dircelo. E questo non è in contrasto con la fede, la Chiesa si rallegra quando gli scienziati fanno delle scoperte, perché la Chiesa è come una madre e qualsiasi genitore è orgoglioso dei progressi dei suoi figli. Ricordiamo poi che il libro della Bibbia non è un libro scientifico, se noi cerchiamo risposte scientifiche a domande scientifiche non possiamo cercarle lì. La Bibbia è il libro ispirato da Dio, è una lettera d’amore che Dio ha scritto al suo popolo. Il linguaggio è quello di duemila anni fa e l’autore sacro non sapeva niente della relatività generale o della fisica quantica o della gravitazione di Newton.
Il programma conclude questo percorso entrando con Padre Funes alla Specola, una delle istituzioni astronomiche più antiche del mondo. La sua origine risale al XVI secolo, quando Papa Gregorio XIII fece erigere la Torre dei Venti e invitò i Gesuiti astronomi e matematici del Collegio Romano a preparare la riforma del calendario.
L’osservatorio oggi è un museo che conserva preziosi documenti, come gli studi commissionati dal Vaticano, i testi fondamentali della storia del pensiero, gli scritti di grandi scienziati come Copernico e Galileo. Un archivio eccezionale che racconta quanto lungo, controverso ma importante, sia stato il rapporto tra scienza e fede.
“Pensate che nel presepe della Specola – conclude Padre Funes – oltre alla stella cometa posizioniamo davanti a i Re Magi dei piccoli telescopi. Sono loro i nostri Santi Patroni”.