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Si inizia con Renzo Arbore, figlio di un dentista con il senso dell’umorismo che raccontava storielle ai pazienti per distrarli. Arbore sembrava destinato a seguirne le orme, salvo poi dedicarsi a una tv “d’artista”.
Padre dell’improvvisazione radiotelevisiva insieme a Gianni Boncompagni, il sodalizio partì con Alto gradimento; l’innovazione arrivò grazie alla pigrizia. Il suo collega infatti, racconta Arbore, era pigro e non aveva voglia di scrivere nemmeno un rigo: “Abbiamo cominciato così ad improvvisare anche il varietà: mai un copione, ai dirigenti Boncompagni diceva che gli americani facevano così”.
Erano gli anni del ’68, si sentiva il bisogno di discutere, dell’impegno.
Poi il successo a Canzonissima, per rimanere fuori dal piccolo schermo dal ’71 al ’76. Nel ’79 va in onda Speciale per voi, padre degli odierni talk show in cui grandi cantanti venivano “massacrati” dai ragazzi in studio.
A Renzo Arbore si deve la consacrazione di Milly Carlucci: all’epoca in televisione le donne erano solo vallette; “quando uscirono lei, Stella Pende, Isabella Rossellini, i giornalisti le definirono donne parlanti”. Anche Roberto Benigni gli deve un insegnamento professionale e di vita: l’improvvisazione. Al comico toscano infatti, come sono soliti alcuni critici cinematografici, venne chiesto di recensire La febbre del sabato sera senza aver visto il film; quella che Benigni credeva una prova, venne invece trasmessa così com’era.
Tra i filmati mostrati da Giletti persino uno di Ray Charles che si esibisce insieme all’orchestra di Arbore in una versione di O sole mio. L’artista pugliese infatti, ha portato in giro per il mondo la musica napoletana, convinto che non sia un fenomeno circoscritto o appartenente al passato, ma un evergreen della canzone d’autore.
Infine, un aneddoto: quando era bambino, a Foggia venivano modiste da Bologna, tra cui una signora che portava il figlioletto. Anni dopo, i due si rincontrarono e si riconobbero: si trattava di Lucio Dalla.
La seconda ospite è Rita Dalla Chiesa, che ha ricordato con affetto il padre. Il generale Dalla Chiesa le aveva insegnato a ballare il valzer ed era geloso di ogni ragazzo: “Mi chiedeva ogni volta”Chi è quel signore?”, anche se aveva vent’anni”.
Le ultime parole ascoltate dalla sua voce, a pochi giorni dall’esame da giornalista: “Mi raccomando, non farmi fare brutta figura”.
La conduttrice ha parlato anche della madre, una donna innamorata che per anni ha avuto paura di sentire brutte notizie al telegiornale come poi, effettivamente, è avvenuto.
Riguardo a Forum invece, spiega: “Ho scelto di andarmene da Mediaset perché capivo che c’era una sorta di strada diversa per il programma, che non era quello che ero abituata a fare. Non erano stati riconfermati Bracconeri e Senise, sentivo che il nucleo si stava sgretolando”.
Terza ospite Suor Cristina, in arte Sister Cristina. L’intervista si apre con l’esecuzione di No one, brano di Alicia Keys con cui si era presentata alle audizioni di The Voice. Scopriamo che non si è presentata di sua spontanea volontà al talent, ma su proposta di una sua superiore: sembra che l’avessero notata in un video di YouTube.
Ogni cosa ha un suo tempo, dice, e questo non era il momento di partecipare a Sanremo.
Infine, si conclude con Alessandro Siani, in sala a partire dal primo gennaio con il film Si accettano miracoli. Dopo 20 anni di cabaret, questa è la seconda prova da regista per il comico napoletano; affiancato da Serena Auteri, nonostante il successo ottenuto negli anni, sostiene ancora che ridere sia un’arte tutt’altro che semplice, al di là del numero delle persone che ascolta.