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Insieme a Luca Di Capua e Cristel Checca, interpreta il coinquilino nerd di Paolo Calabresi, Zio Gianni appunto, un cinquantenne che si ritrova a dividere l’appartamento con tre studenti.
Abbiamo incontrato Francesco Russo, che ci ha raccontato come si è calato nel ruolo di un nerd atipico.
È la tua prima esperienza televisiva?
Si, è la mia prima esperienza davanti alla telecamera, anche se due anni fa avevo girato un corto insieme a degli amici. In realtà però recito a teatro da quando ero piccolo; adesso sono iscritto all’Accademia Silvio D’Amico, dove frequento il terzo anno di corsi
Come ti sei trovato sul set di Zio Gianni?
Molto bene. Eravamo tutti giovani; non solo noi tre, i coinquilini di Calabresi, ma anche gli altri. Il direttore della fotografia per esempio, è un ragazzo che si è diplomato qualche anno fa al Centro sperimentale; altri, gli operatori, erano ragazzi che hanno studiato fotografia al Centro Sperimentale. Ho percepito un grande affiatamento, perché tutti tenevano molto al progetto: a differenza di altre produzioni, in cui si lavora solo per essere pagati, in Zio Gianni c’è molto più del semplice professionismo.
Come sei stato scelto?
Ho sostenuto il provino, e subito dopo ho scoperto che quello era proprio l’ultimo giorno di provini. Al primo turno c’era un ragazzo che mi dava le battute di Gianni, faceva quindi da spalla; subito dopo, mi hanno dato un’oretta per preparare un’altra scena. In pratica ho fatto il secondo provino in quello stesso giorno, stavolta con Paolo Calabresi; tutto in un pomeriggio. Pensa che era il mio primo provino in assoluto…
In realtà poi sono stato chiamato un’altra volta, con la scusa che la produzione mi voleva conoscere. Sono andato lì e mi hanno chiesto di fare cose assurde, tra cui parlare in milanese; dopo ho scoperto che si trattava di uno scherzo.
Ti sei ispirato a qualcuno per interpretare il tuo ruolo?
In realtà no. Io cerco sempre di partire da me, mettendo al servizio del testo le mie caratteristiche. Quando leggo il copione, penso a come mi comporterei io in quella situazione.
La scelta comunque è ricaduta su di me perché loro non volevano il nerd stereotipato. Probabilmente, a differenza degli altri, io non mi sono presentato con gli occhiali, e ho mantenuto la mia cadenza meridionale.
Che personaggio è Rodolfo?
Si tratta di un personaggio cinico che, allo stesso tempo, suscita simpatia perché, pur se molto giovane, è già convinto di sapere tutto. Per lui, in generale, Gianni non ha capito niente, perciò cerca di aiutarlo.
Rodolfo si è creato il suo mondo nella sua stanza e non esce mai da lì. È un meridionale atipico, visto che di solito le persone del sud sono considerate socievoli: Rodolfo invece non solo è l’anti-cliché del nerd, ma anche l’anti-cliché del meridionale.
Oltre al sito della Rai, la serie sarà anche sul web?
Non ne sono sicuro, ma non credo. Certamenet non sarà su YouTube: la Rai ha un contenzioso, tanto da averne rimosso tutti i video
Si può svecchiare la tv con un prodotto del genere?
Sicuramente, si può svecchiare sia la tv che il pubblico. Anzi, si possono unire i pubblici, perché quelli presentati nella serie sono due punti di vista che si scontrano, il punto di vista di Gianni e quello dei ragazzi. Inoltre è una comicità fresca, e io sono convinto che possa funzionare perché affronta situazioni reali: il 50enne che non trova lavoro e la vita degli studenti fuorisede, in cui ho ritrovato molti elementi della mia stessa vita proprio da fuorisede.