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Iniziamo dal primo, in cui troviamo bambini che giocano in una natura incontaminata. Lo spot del detersivo ecologico Winni’s è decisamente “family friendly”: un inno alla natura e alla sua purezza, mantenuta tale proprio grazie all’utilizzo di detersivi non inquinanti. Nelle inquadrature infatti, il colore predominante è sempre il verde, così da evidenziare la bellezza di un “mondo più pulito”.
Lo spot mostra alcuni bambini che giocano all’aria aperta, mentre la loro voce fuori campo ringrazia la mamma per aver scelto, appunto, un detersivo ecologico.
Sono scene di vita gioiosa quelle con cui viene reclamizzato il prodotto: bambini che si rotolano sull’erba, si arrampicano sugli alberi, osservano una formica che cammina su un tronco, tirano sassi in un fiume. Per alcuni aspetti, si tratta di un ritratto ideale delle nuove generazioni, cresciute davanti allo schermo di un tablet o di uno smathphone piuttosto che a contatto con la natura.
È però molto importante il messaggio lanciato: le scelte di oggi influiscono sulla vita dei nostri figli, ed è un nostro dovere lasciar loro un mondo non inquinato.
Passiamo ora a Guilty, spot in cui si materializzano le suggestioni dei comics americani.
Sembrano infatti prendere vita dalla città del peccato di Frank Miller i protagonisti dello spot Gucci: bellissimi e dannati, i due hanno i volti di Evan Rachel Wood e Chris Evans.
Ispirato alle atmosfere di Sin City, il nome della fragranza significa proprio “colpevole”.
Sulle strade di una metropoli tanto futuristica quanto oscura che ricorda la Gotham City di Batman, lei sfreccia su una decappottabile, mentre lui è alla guida di una moto. Entrambi si lasciano dietro una scia di fiamme: insieme alle labbra rosso fuoco della Wood, l’unica nota di colore prevista dalla fotografia dello spot.
I due protagonisti hanno un appuntamento. Arrivati sul posto, scendono dai loro veicoli ad alta velocità, incrociando gli sguardi per un attimo. Ma il ricordo improvviso di un intenso momento di passione, mostrato grazie ad una luce rossa che penetra dalle tapparelle, li porta a cambiare decisione: gli attori stringono in mano il bracciale e la catenina che appartenevano all’altro, si voltano e se ne vanno senza dirsi niente. Anziché restituire l’oggetto al legittimo proprietario, scelgono di portare con sé il ricordo di quella passione.
Un messaggio che non tiene dunque dell’affettività, qui declinata esclusivamente come piacere fisico e che, al di là di una regia accattivante non brilla nemmeno per originalità, affidandosi esclusivamente al fascino dei suoi due interpreti.