Il primo appuntamento del 2015 di Servizio Pubblico si apre sulle note della La Marsellaise. Michele Santoro nella sua introduzione racconta il suo capodanno a Parigi e di come abbia visto un popolo unito ma multietnico, per questo l’attentato di ieri l’ha sconvolto.
Dopo la pubblicità si entra nel vito dell’argomento dell’attentato di ieri al Charlie Hebdo. In un servizio vediamo la veglia di ieri sera e ascoltiamo le parole dei francesi. Appena tornati in studio si apre un dialogo con Vauro, in ricordo di una vecchia vignetta fatta su Maometto; senza mezzi termini ricorda che preferisce mostrare il cuore e i sentimenti agli attributi.
Collegamento da Parigi con Sandro Ruotolo conosciamo le ultime notizie sulla caccia ai due terroristi, soggetti già noti alle autorità francesi. Subito dopo servizio girato a Croix rouge, paese dove vivevano i due algerini ricercati. I mussulmani che vivono lì (la quasi totalità degli abitanti) attacca il giornale francese e difende i fratelli religiosi.
Si torna in studio e la parola passa al ministro degli esteri Paolo Gentiloni: “il terrorismo è diventato uno stato tra Siria e Iraq”. E sul pericolo per l’Italia prima ricorda una prima pagina con in bella mostra una bandiera nera in cima alla cupola di San Pietro, per poi allargare il rischio a tutta l’Europa: “il rischio è enorme, ma non dobbiamo confonderlo con l’Islam”.
Il ministro degli esteri continua a sostenere la differenza tra mussulmani e terrorismi e definisce la guarra in Iraq un errore. Vauro sostiene che siano state proprio queste a formare questo stato di attentatori; Gentiloni replica che la guerra contro il terrorismo è lecita e dovuta. Prima della pubblicità afferma come il governo abbia fatto il possibile per evitare questo rischio ma purtroppo la completa certezza non ci può essere.
Il percorso per comprendere la vicenda di ieri riprende da Vobarno (Brescia) dove vive una nutrita comunità mussulmana. Tra questi c’era anche Anas, uno rapper che è diventato un guerrigliero e si è trasferito in Siria. Gli italiani presenti in questo paese sono diffidenti e accusano i “diversi”.
Michele Santoro è stato raggiunto in studio dal direttore de Il Foglio Giuliano Ferrara. Anche lui è favorevole alla guerra contro il terrorismo: “una guerra una volta che è stata dichiarata, va combattuta”. La colpa? Per lui è l’atteggiamento di apertura verso questo mondo. Subito dopo il giornalista Amedeo Ricucci, sostiene come nell’attentato di ieri non ci sia nulla di militare, ricordando come ad esempio gli attentatori hanno sbagliato indirizzo e aggiunge: “La Siria è il male di tutto quello che stiamo vivendo”.
Dopo la pubblicità torniamo a Vobarno, dove conosciamo gli amici di Anas. In collegamento dagli Usa la giornalista e scrittrice Rula Jebreal: “abbiamo due pesi che producono terroristi Arabia Saudita ed Egitto ma per opportunismo non li tocchiamo”. Il suo richiamo è al realismo e non all’ideologia. E subito dopo attacca i servizi segreti Francesi, ritenendolo responsabili dell’attentato di ieri. Torna così l’accosa di aver sottovalutato il rischio attentati.
Giuliano Ferrara si scalda e alza la voce sostenendo che questa è una guerra santa islamica contro l’occidente cristiano. Santoro con grande calma gli tira una stoccata e riporta la calma in studio. Il dibattito iniziato bene, intorno ai fatti francesi di ieri, si sta un po’ perdendo, anche a causa dei troppi ospiti, uno dei quale dice la sua allargando il paniere di argomenti trattati.
L’editoriale di Marco Travaglio ruota tutto intorno alla satira e alla scoperta della sua esistenza, a suo dire, nel nostro paese solo ieri. Per supportare questa tesi, parte una carrellata storica di attacco alla satira politica nella televisione italiana. “La satira non ha limiti“.
Santoro prova a fare una chiosa pungente in cui attacca, supportato anche da Travaglio, i limiti dell’inteligence francese e del presidente Hollande. Mentre Ferrara continua a sostenere che tutti i terroristi sono islamici, gli altri interpreti avanzano la tesi che questi ragazzi sono figli dell’occidente.
La puntata dopo una ricostruzione di come possa essere la Francia politica del 2022 si chiude con le tradizionali vignette di Vauro e Vincino.
Servizio pubblico torna giovedì prossimo alle 21.10 sempre su La7.