{module Banner sotto articoli}
Sono otto anni che questa raffinatissima opera francese non si vedeva in cartellone nel nostro Teatro lirico, dove essa ha debuttato il 18 gennaio scorso, nell’allestimento dell’Oper Frankfurt, con scenografie e costumi del tedesco Wolfgang Gussmann, la regìa di Willy Decker anch’esso tedesco, con la presenza del Coro di Voci Bianche del Teatro dell’Opera diretto da José Maria Sciutto, mentre la direzione dell’Orchestra del Teatro dell’Opera è stata affidata allo spagnolo Jesús López-Corbos, direttore dell’Orchestra Nazionale di Madrid, figura di caratura internazionale.
L’opera del francese Jules Massenet (1842-1912) che fu docente al Conservatorio di Parigi, di cui però non accettò mai la direzione, per ritirarsi a vita privata e dedicarsi alla composizione di opere quali “Thaïs”, “El Cid”, “Hérodiade”, rappresenta come quasi nessun altra la squisitezza dell’orchestrazione e la fluenza del fraseggio musicale francesi. Per “Werther” (1887-92), Massenet si ispirò al giovanile capolavoro letterario di Wolfgang Goethe “I dolori del giovane Werther” (1774), scritto nella temperie culturale dello ‘Sturm und Drang’ e di un acceso quanto profondo sconforto spirituale, vissuto nella visione romantica della vita come doloroso percorso verso l’infinito e anelito verso la morte.
La creazione di Goethe, infatti segue la vicenda del giovane poeta Werther, innamoratosi di Charlotte già fidanzata con Albert: l’impossibile realizzazione di questo amore, ancorchè corrisposto, conduce in breve Werther al suicidio. Rispetto al testo di Goethe, quello dei tre librettisti che confezionarono il testo musicato da Massenet conferisce alla figura eterea di Charlotte un maggior peso e consistenza realistica, indi un ruolo drammaturgico più delineato alla sorella di lei Sophie, ed un finale diverso che concede a Werther morente la gioia estrema della vicinanza di Charlotte.
Molteplici e affascinanti le melodie che percorrono l’opera tutta, e particolare è il ruolo dell’orchestra, che non si limita a seguire le vicende, ma talora anticipando i temi melodici ne favorisce la realizzazione, in un interferire continuo col canto, quasi che il solista intrecciasse con essa un vero e proprio duetto. Il cast vede Francesco Meli – tenore belcantista genovese, già ascoltato a Roma in “Ernani” e in “Simon Boccanegra” diretto da Muti – nel ruolo del titolo, indi la romana Veronica Simeoni mezzosoprano, formatasi con la Kabaivanska alla Chgiana e vincitrice di vari premi tra cui quello delle Voci Verdiane di Busseto, a seguire la russa Ekaterina Sadovnikova impersonante la giovane Sophie, infine il baritono francese Jean-Luc Ballestra nell’equilibrato ruolo di Albert. La registrazione della prima replica dopo il debutto, avverrà come detto in diretta dal Teatro dell’Opera, alle 20 in punto.