La trasmissione, di Rosaria Bronzetti, condurrà il telespettatore dietro le quinte dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, dove l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia presenta Un ballo in maschera, di Giuseppe Verdi. Antonio Pappano, sul podio dell’ Orchestra e Coro dell’Accademia di Santa Cecilia, ha voluto e preparato un cast di voci verdiane davvero d’eccellenza. Eccole: nel ruolo di Amelia è impegnata Liudmyla Monastryrska acclamata interprete verdiana, in quelli di Riccardo c’è Francesco Meli, mentre nella parte di Renato vedremo e ascolteremo il celebre Dmitri Hvorostovsky. Ancora: Laura Giordano è Oscar e Dolora Zajick, anche lei voce di riferimento per i ruoli verdiani, è impegnata nel personaggio Ulrica,
Tratto da un romanzo di Eugène Scribe, il libretto di Un ballo in maschera è pienissimo di intrecci sentimentali, di amori e tradimenti, stregoneria e intrighi, vendetta e perdono: ingredienti da far invidia alla più seguita soap opera campione di ascolti. A tutti questi gli esplosivi elementi drammaturgici, Giuseppe Verdi dà vita e calore in una partitura ricca di melodie divenute in brevissimo tempo popolari. Diversi critici hanno creduto di riconoscere. soprattutto nel celebre duetto d’amore, delle affinità con gli estatici abbandoni wagneriani; il musicologo Massimo Mila lo definì “il Tristano e Isotta di Verdi”, e non solo per l’amore impossibile che lega Riccardo ad Amelia, moglie del suo migliore amico Renato (che ricorda il triangolo Tristano-Isotta-Re Marke) o per le pozioni magiche e le profezie fatali della veggente Ulrica.
Racconta Pappano alle telecamere di “Prima della Prima”: “ ‘Un ballo in maschera’ è un’opera che ho veramente nel cuore, perché vi ho lavorato in maniera continuativa con il mio papà che era cantante e professore di canto. L’ho suonata tante volte e ho interpretato tutti i ruoli, a parte quello del tenore perché era suo. È un’opera con una vivacità particolare: lo scambio tra il quasi comico e la tragedia è incredibile ed irresistibile.” Insomma, quella che vedremo sarà una puntata particolare e suggestiva che avrà anche un altro significato: dimostra, se ce fosse ancora bisogno, come l’Opera non è un genere di secondo ordine, ma un settore della cultura musicale che andrebbe rivalutato in tv. Primo passo sarebbe proporla in orari meno proibitivi e alla portata di tutti. La regia televisiva di questa puntata speciale è di Roberto Giannarelli.