La vicenda raccontata è ispirata al romanzo di Franco Di Mare Non chiedere perchè e racconta la storia vera del giornalista inviato di guerra, più di venti anni fa a Serajevo, nel pieno del conflitto. Giuseppe Fiorello ne è il protagonista ed ha interpretato con calore, misto a una dose evidente di retorica, il ruolo del giornalista. Un ruolo strappalacrime, drammatico, secondo il suo stile consolidato, nella ricerca di espressioni significative per manifestare l’intensità di emozioni da cui è animato. Fiorello junior ha dato fondo a tutte le sue corde professionali per trasmettere la drammaticità della situazione.
{module Google richiamo interno} Indubbiamente, il fratello di Rosario Fiorello si muove in clichè consolidati che, in ogni caso, coinvolgono la platea televisiva e ne toccano la sensibilità. E la sceneggiatura alla quale lo stesso Giuseppe Fiorello ha partecipato, si è mossa proprio in questa direzione.
Tutt’intorno la guerra. Ma gli scenari bellici di devastazione e delle brutali carneficine, avvenute realmente, sono stati appena accennati e mostrati in qualche bombardamento, come quello in cui viene coinvolto il bus sul quale viaggiano i bambini, compresa Malina, diretto verso la Germania. La guerra, insomma è rimasta in sottofondo, per portare in primo piano la vicenda umana del protagonista Marco De Luca (Fiorello). Ed è proprio sull’intensità della storia che è stata costruita tutta l’impalcatura della fiction.
Le scene più intense sono quelle in cui appare la piccola Manila: commozione e stupore colpiscono i telespettatori per la credibilità di questa bimba che ha recitato, senza rendersene conto, la più bella parte della fiction. Va reso merito al regista Marco Monteleone di averne saputo valorizzare in maniera convincente l’espressività in un’operazione naturalmente non facile.
A salvare la miniserie è la constatazione che è stata raccontata una storia vera anche se sceneggiata e arricchita di elementi strappa- audience come nella classica fiction made in Italy.
Ma è certa l’efficacia della vicenda sugli spettatori che, dall’inizio alla fine della miniserie hanno rincorso le immagini della piccola Manila per commuoversi sui suoi sorrisi infantili e inconsapevoli della tragedia che la circonda.