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Abbiamo incontrato Ubaldo Pantani, presenza fissa all’interno di Quelli che il calcio anche come commentatore sportivo. Il comico anticipa altri progetti professionali tra cui un documentario per il giorno della Memoria, in onda il 26 gennaio su Rai2.
Quali difficoltà ha comportato la preparazione della parodia di Roberto Benigni?
Benigni parla in una maniera tutta particolare con dei toni molto personali e complicati da imitare che hanno richiesto uno studio accurato ma gratificante. I telespettatori potranno verificarne i risultati già dal 1 febbraio. La “lettura” dei testi sanremesi sarà rigorosamente in diretta, proprio come i programmi del comico toscano.
Ci parla del documentario in onda per il giorno della memoria?
Ha per titolo Arpad Weisz, dallo scudetto ad Aushwitz. Il fine è ricordare uno dei più grandi allenatori nella storia del calcio italiano ed europeo, Weisz che vinse tre scudetti in seria A, uno con l’Inter e due col Bologna. Ebreo, nel 1938 fu costretto a lasciare l’Italia con la moglie e i due figli. Verrà ucciso ad Auschwitz con tutta la famiglia. La vicenda, dimenticata per settant’anni è stata riscoperta nel 2007 dal giornalista Matteo Marani, direttore del Guerin Sportivo.
Quale sarà il suo ruolo?
Io racconterò la drammatica vicenda dell’allenatore ungherese. Lo speciale, in onda su Rai2 alle 23,40, condurrà i telespettatori verso il 27 gennaio, giorno della memoria.
Quale sarà la parodia che presenterà domenica prossima a Quelli che il calcio?
Naturalmente quella di Inzaghi. E riserverà delle sorprese.
Prevede altre imitazioni in futuro?
Mi diverte riesumare personaggi già interpretati in passato. Alcuni sono rimasti statici come Paolo Fox, ma altri hanno subito un’evoluzione. Lapo Elkann, ad esempio, è imprevedibile, sfuggente, sorprende sempre. Lo stesso Roberto D’Agostino l’ho proposto più volte. Inoltre, in futuro potrei anche tornare su Francesco Sarcina.
Non si è mai calato in personaggi femminili?
Ho iniziato la mia carriera proprio con la figura dell’archeologa, all’interno del programma Macao nel 1997.
Non crede che la riproposizione delle stesse parodie possa stancare il pubblico?
Assolutamente no: alcuni personaggi che, inizialmente, possono sembrare deboli, col tempo diventano più efficaci. Bisogna avere la pazienza di far “crescere” la parodia interpretata.
Collaborerà ancora con l’autore, comico e scrittore Walter Fontana?
Riprenderemo, dopo anni, la nostra collaborazione proprio da domenica prossima, nella seconda parte di Quelli che il calcio.
Ha un obiettivo professionale da raggiungere?
Vorrei occuparmi di politica estera in tv attraverso un programma di divulgazione leggera ma efficace che punti l’attenzione sui principali eventi che avvengono nel mondo. Io sono laureato in scienze politiche e amo la politica che invece in tv non interessa al di fuori dei notiziari e dei talk show. Ecco vorrei realizzare un programma che potrebbe avere come titolo Gazebo international.
I suoi programmi preferiti in tv?
Sono appassionato di documentari. Ma seguo con particolare attenzione le tv locali e provinciali, rappresentano un microcosmo ricco di spunti creativi.
I suoi interessi?
Il calcio e la storia antica. Sono tifoso della Juventus e amo in particolare gli etruschi.