{module Banner sotto articoli}
Ripercorriamo dunque quanto avvenuto nell’appuntamento del venerdì sera di Agon Channel.
Si inizia dopo il quiz show Dica33. Sabrina Ferilli apre la puntata introducendo un uomo che “miseramente” ha pensato di uccidere. Era il 18 maggio 1981 quando il turco attentava alla vita di Karol Wojtyla; la conduttrice, che ha appena ammesso di sentirsi a disagio, lancia un rvm in cui viene ripercorsa la storia di Ali Agca.
L’ospite non mostra pentimento; piuttosto rivendica l’attentato perché ha rifiutato, sostiene, di sottomettersi alla menzogna del Vaticano. Il suo gesto, ricorda, è stato riconosciuto come compimento del terzo segreto di Fatima.
La Ferilli cerca di ripartire dall’infanzia dell’uomo, figlio di un minatore, per poi chiedergli quale fosse il motivo che l’ha spinto a trasformare la religione in atto violento; lui risponde che ha lottato per trasformare la Turchia in un Paese libero. L’uomo è visibilmente esaltato, perciò la Ferilli tenta di metterlo davanti alle contraddizioni del suo pensiero. Ali Agca si dichiara appartenente alla “religione universale“: secondo l’uomo esiste un unico Dio, Gesù Cristo, che non è però quello della trinità cattolica.
Libero da cinque anni, dice che attulamente è in atto una guerra: le religioni sono morte, ma Dio è immortale, perciò è la speranza dei popoli. Ora bisogna edificare un nuovo ordine mondiale per salvare tutta l’umanità, prosegue.
Dopo un brevissimo break pubblicitario, si rientra con un video su Papa Giovanni Paolo II. Ma Ali Agca è convinto che Dio abbia armato la sua mano, di essere stato anche lui al centro di un miracolo insieme a Wojtyla: il ricordo è quello di un “amico” che lo è andato a trovare in prigione.
La Ferilli continua chiedendogli cosa ricordi del giorno dell’attentato: la risposta è che immaginava di morire e il Paradiso, ma i piani divini sono stati diversi. Quando si lancia in un’arringa contro i roghi, gli omicidi del Vaticano, la conduttrice controbatte sottolineando la distinzione tra Chiesa e Vaticano. Segue una seconda invettiva, stavolta sulla stampa occidentale manovrata dalla Cia; annuncia pure un film in cui verrà svelata la verità.
La conduttrice prova dunque a indagare nel lato umano di Agca: prima mostrandogli le immagini della visita del Papa al carcere di Rebibbia, poi chiedendogli se pianga mai. Ancora: la sua famiglia ha preso le distanze? Ha capito di aver procurato loro sofferenza? Ma l’uomo è chiaramente in pieno delirio d’onnipotenza: in tutte le guerre c’è dolore, e il Vaticano è stato come il nazismo.
Da qualsiasi lato si cerchi di affrontare quest’intervista, Ali Agca torna sempre ai suoi toni apocalittici e al Vaticano:”dobbiamo edificare una reliagione monoteista assoluta con al centro Gesù Cristo come unico redentore dell’umanità”. L’odio, afferma, serve per cambiare il mondo, perché “per amare gli innocenti devi odiare il mostro”.
Riguardo ad una sua recente affermazione su Papa Francesco, spiega la sua convinzione: non sarebbe difficile entrare in Vaticano armati, eppure nessuno è interessato, in quanto Bergoglio è già oltre i simboli del potere: prima di lui bisognerebbe puntare ad altri, tipo Obama. Infine, per dirla con le parole della Ferilli”, “se prende ‘st’onere” di fondare lui stesso la nuova religione.
L’attrice chiude la puntata con un ricordo di Papa Giovanni II. In realtà, però, gli autori hanno in serbo una sorpresa: partono le note del Rugantino, e sullo schermo dietro di lei compaiono i saluti di Maurizio Costanzo, Mara Venier, Maria De Filippi, i nipotini, intermezzati con alcune delle sue interpretazioni. Christian De Sica invece, si era complimentato in diretta per la bella intervista.
Sabrina Ferilli ringrazia lo staff e l’editore per l’esperienza vissuta, salutando il pubblico con una citazione di Celentano: l’augurio è per tutti, che dai nostri pugni possano nascere carezze.