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Lunedì 23 febbraio, ore 21.15 “Picasso desnudo”
Dario Fo e Franca Rame – che in questo spettacolo compare in video per l’ultima volta – portano in scena la vita e le opere di Pablo Picasso, attraverso un racconto che ripercorre tutti i periodi della sua pittura. Un percorso che analizza il rapporto di Picasso con la Commedia dell’Arte, il grande interesse che il pittore catalano nutriva verso l’arte italiana e, in particolare, verso i grandi maestri del Rinascimento, comprese le loro scelte politiche e i loro amori. Per l’occasione Fo ha dipinto una serie di “falsi d’autore” tratti dai maggiori capolavori di Picasso, da lui rivisitati. Lo spettacolo è stato registrato al Teatro Dal Verme di Milano.
Lunedì 2 marzo, ore 21.15
“Caravaggio al tempo di Caravaggio”
Un’opera di Dario Fo e Franca Rame portata in scena in occasione della “Mostra Impossibile” di Michelangelo Merisi da Caravaggio realizzata dalla Rai e dalla Regione Campania nel 2011. La lettura di Fo rovescia molti schemi acquisiti della storia dell’arte, inquadrando il più grande pittore del Seicento italiano nel suo tempo: un secolo cupo, fatto di violenze e lotte politiche, in cui l’arte si intreccia alla religione e al pensiero, senza disdegnare la cruda verità della vita reale.
Lo spettacolo è stato registrato all’Auditorium Parco della Musica di Roma.
Lunedì 9 marzo, ore 21.15
“Correggio che dipingeva a testa in giù”
Dario Fo canta, recita e racconta Antonio Allegri da Correggio, pittore visionario e innovatore, uno dei massimi autori del Rinascimento, con una lezione-spettacolo andato in scena nel Parco Ducale di Parma. Noto come “l’artista che dipingeva appeso in cielo”, per la sua capacità di fermare il pennello sulle volte delle cupole e dei palazzi ad altezze vertiginose, riuscì non solo a dipingere così in alto grazie alle invenzioni di speciali macchine e impalcature, ma lo fece creando nello spettatore l’illusione di sfondare il tetto e arrivare direttamente al cielo.
Lunedì 16 marzo, ore 21.15
“Raffaello, oh bello figliolo che tu sei”
Puntata dedicata alla figura di Raffaello Sanzio. Dario Fo racconta non solo l’artista di grande successo, amato sia dai grandi del suo tempo, sia dalla gente più semplice, ma anche l’uomo civile, testimone di guerre, massacri, invasioni e violenze. L’artista morì a soli 37 anni, nel 1520, e tutta Roma andò al suo funerale: lui aveva amato la Roma più popolare al punto da amare una prostituta, la celebre Fornarina, alla quale si ispirò per ritrarre le più sensuali Madonne della storia dell’arte. Lo spettacolo è stato registrato all’Auditorium Rai di Napoli.
Lunedì 23 marzo, ore 21.15
“Michelangelo, tegno nelle mani occhi e orecchi”
Una vera e propria immersione nella vita e nell’arte di Michelangelo Buonarroti, l’uomo che ha profondamente trasformato il modo di pensare e creare, aprendo la strada a quel grande movimento che ha segnato la storia del mondo, non solo occidentale: il Rinascimento. Uomo del suo tempo, Michelangelo ha vissuto i grandi cambiamenti politici e religiosi che hanno attraversato e sconvolto l’Italia del Cinquecento: è stato testimone e sostenitore della Repubblica di Firenze, ha lavorato a lungo a Roma su commissione di Papi e grandi signori con i quali ha avuto anche contrasti e violenti alterchi.
Lo spettacolo è stato registrato al Teatro Romano di Fiesole
Lunedì 30 marzo, ore 21.15
“Discorsi su Leonardo e il Cenacolo”
In occasione della riapertura al pubblico del Cenacolo di Leonardo nel Refettorio di Santa Maria delle Grazie a Milano, dopo i lunghi e accurati lavori di restauro, Dario Fo ha tenuto una straordinaria lezione, nel cortile dell’Accademia di Brera, per rendere omaggio al genio di Vinci, e alla sua opera più complessa e misteriosa, dipinta tra il 1495 e il 1498. Fo ripercorre le tappe salienti della vita di Leonardo, ne mette in luce la versatilità in ogni campo del sapere, dagli studi di anatomia a quelli di architettura, pittura e scultura, ma anche di strategia e tecnica militare, di idraulica e aeronautica, senza trascurare la profonda umanità e la sensibilità che permea tutta l’opera del grande maestro rinascimentale.
Lunedì 6 aprile, ore 21.15
“Mantegna, il trionfo e lo sghignazzo”
Lo spettacolo su Andrea Mantegna è stato realizzato nella splendida cornice di Palazzo Te a Mantova per le celebrazioni del quinto centenario della morte dell’artista. Dario Fo ripercorre la vita del pittore e, attraverso ingrandimenti e disegni proiettati su due grandi schermi, ne svela i particolari pittorici meno conosciuti al grande pubblico. Fo propone un’interpretazione in controtendenza rispetto alla maggioranza dei critici d’arte, che considerano Mantegna pittore encomiastico, al servizio dei Gonzaga. L’attore al contrario svela l’ironia della sua opera e gli sberleffi che il pittore dedica ai potenti del suo tempo.
Lunedì 13 aprile, ore 21.15
“Giotto o non Giotto. Da San Francesco al Prato di Perugia”
Lunedì 20 aprile, ore 21.15
“Giotto o non Giotto. Da Santa Croce a Firenze”
Due puntate dedicate a uno dei più grandi artosti italiani di tutti i tempi: Giotto. Punto di partenza dello spettacolo è l’enigma che da oltre sette secoli divide la critica d’arte: fu lui ad affrescare le celeberrime Storie di San Francesco nella Basilica Superiore di Assisi? Per rispondere all’affascinante quesito, Dario Fo intraprende un’esplorazione che parte da Assisi, tocca Padova con l’analisi della Cappella degli Scrovegni e arriva fino agli ultimi capolavori di Santa Croce a Firenze. Un’indagine che riserverà numerose sorprese e farà luce su aspetti della vita e dell’arte di Giotto poco esplorati dalla critica d’arte ufficiale: dall’attività di usuraio svolta dal pittore alle segrete influenze dei Vangeli apocrifi sulla sua opera. Un viaggio reso ancor più suggestivo dai racconti, dai dialoghi in volgare e dalle “giullarate” che impreziosiscono il testo, a corredo del quale sono presenti oltre duecento illustrazioni tra riproduzioni a colori delle opere di Giotto e personali creazioni del premio Nobel.
Lunedì 27 aprile, ore 21.15
“Il tempio degli uomini liberi”
Il Duomo di Modena è letto da Dario Fo come uno straordinario libro di pietra sul quale un’intera comunità, alla fine dell’XI secolo, ha scolpito la propria storia di fatiche e di lavoro, ma soprattutto di lotta per prendere coscienza della propria forza e conquistare la libertà dai signori feudali. Attraverso un’analisi rigorosa dei documenti storici, siano essi di carta, di marmo o dipinti, Dario Fo ripercorre le vicende della costruzione della cattedrale modenese per iniziativa della stessa cittadinanza – e non di qualche potente religioso o laico – che ne affidò la direzione dei lavori a maestri del calibro di Lanfranco e Wiligelmo. E con la consueta maestria il Nobel-giullare riesce a far parlare gli stupendi bassorilievi, i capitelli e le metope che adornano uno degli esempi più significativi dell’architettura medievale di tutto il mondo.