Il giovane vincitore di Amici 2013 farà questa sera il suo debutto sul palco del Festival di Sanremo con il brano Oggi ti parlo così. A poche ore dall’esibizione risponde alle domande dei giornalisti della sala stampa del Palafiori.
Come affronti la responsabilità di rappresentare la categoria dei rapper a Sanremo?
Per fortuna è un peso metaforico, se no essendo piccino non reggerei. Sono felice di portare questo genere a Sanremo e spero non resti una parentesi, ma che nei prossimi anni possano esserci sempre più rapper.
Dalla strada al palco dell’Ariston, come vivi questo salto?
Visto che ormai il genere è stato sdoganato, bisogna accettare il fatto che il rap arrivi anche su grandi palchi per portarlo a un pubblico sempre maggiore. Altri stili come il freestyle è invece giusto che restino nelle strade, che sono i luoghi più adatti. Io invece voglio fare il cantante di musica rap, per cui continuerò su questa strada anche in futuro.
Il pubblico è già dalla tua parte, ma che cosa ti aspetti dai commenti della stampa?
Rimasi stupito ad Amici quando ottenni anche il premio della critica. Non so se riuscirò di nuovo nell’impresa questa volta, ma ce la metterò tutta: ho lavorato molto durante questo anno per non arrivare spaesato su questo palco.
Ieri sera il tuo collega Nesli ha proprio cantato, che cose ci dobbiamo aspettare da te?
Nesli ormai non si considera più un rapper ma un cantante. Io invece sto cercando di migliorare sotto il punto di vista del canto. Nel pezzo di stasera ci sarà del rap ma strizzerò l’occhio anche al mondo dei cantanti.
Quanto sei cambiato dalla vittoria ad Amici?
In questi anni sono cambiato ma solo lavorativamente. A Sanremo spero di lanciare un messaggio positivo e di speranza in un momento così delicato per il nostro Paese.
Il tuo genere è molto lontano dalla storia musicale di Genova, che cosa ti ha spinto a fare rap?
Sono cresciuto in strada, avevo tanto da raccontare. Credo che sia stato questo a spingermi a non prendere lezioni di canto ma a fare rime.