“Io non ho più bisogno di vincere un Festival, ormai ho intrapreso un altro tipo di carriera” dichiara ai giornalisti. Britti è anche il produttore dei Kutso, la band in gara tra i giovani: “Ma non salgo in cattedra con loro, c’è un rapporto di amicizia e do loro consigli”.
Secondo te hai raggiunto una maturità emotiva in amore?
In questi anni sono cambiato. Quando ho scritto Gelido avevo quasi 30 anni, oggi ne ho 46. Dopo i 40 si provano le stesse sensazioni ma si hanno altre esigenze e meno indecisioni in amore.
E’ cambiato Sanremo in questi anni?
Si potrebbe fare uno studio antropologico su Sanremo: i presentatori 50 anni parlavano in modo diverso e le canzoni avevano un altro linguaggio. Per non parlare della tecnologia! Però il Festival ha una magia che resta intatta nel tempo. Sanremo è la sagra della musica: ti propone la cultura e le cose più leggere e banali, perchè cerca di accontentare tutti. Quest’anno mi sembra un Sanremo più sereno e sorridente del solito.
Questa sera farai Io mi fermo qui dei Dik Dik.
Nella scelta mi ha aiutato Carlo Conti. Io pensavo di fare un pezzo di Jimi Hendrix, poi lui mi ha ricordato che doveva essere italiana. Allora mi ha consigliato una decina di pezzi, e non ne conoscevo nemmeno uno. Tra questi anche Io mi fermo qui: sono andato in studio, l’ho suonata e il giorno dopo gli ho mandato il provino. Ho fatto una versione molto mia, è molto più rock dell’originale. Ma non ho toccato una virgola nell’arrangiamento degli archi.
Perchè sei tornato al Festival?
Perchè ho scritto una canzone che per la prima volta ha la chitarra elettrica. E quando un artista ha un brano in cui crede molto vuole che il maggior numero di persone possibile la ascolti. Io non mi sento in gara, queste cose le lascio ai più giovani dei talent. Il mio Sanremo inizierà lunedì quando il pezzo passerà in radio e si venderanno i dischi. E poi qui in una settimana fai quel che riusciresti a fare in un anno in termini di promozione.
Com’è nata la collaborazione con Bianca Atzei, tua collega in gara?
Abbiamo in comune un amico produttore che mi aveva chiesto un brano per lei, io non l’avevo e allora mi ha fatto sentire alcune idee. Una di queste mi è piaciuta e l’ho sviluppata, ed è nata Non è vero mai. Inizialmente pensavo l’avrebbe fatta solo lei, poi l’ho assistita in studio mentre la incideva e avevo resgitrato una mia versione per farle capire l’intenzione, e alla fine l’abbiamo realizzata come un duetto. L’avevamo proposta l’anno scorso, ma la direzione artistica voleva solo me e non lei. Io allora rifiutai perchè non mi sembrava carino nei suoi confronti.