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La serata è iniziata con la competizione tra i giovani. La prima sfida ha visto Giovanni Caccamo contro Serena Brancale. Il primo ha portato il bel brano Ritornerò da te, ben scritto e ben suonato dallo stesso giovane artista che tra l’altro firma anche il pezzo che Malika Ayane sta proponendo in queste sere. Ritornerò da te funziona, è fresco, radiofonico e si fa cantare facilmente. Più ambiziosa e meno facilmente digeribile dal contesto e dal pubblico sanremese è invece Galleggiare di Serena Brancale, che ha optato per un’elegante canzone dal sapore jazz, forse più adatta a un locale dall’atmosfera molto intima più che al Teatro Ariston.
Il secondo “duello” è stato invece tra Amara e Rakele: grande carisma e presenza scenica magnetica la prima, brano che invece scorre senza lasciare traccia per la giovane artista napoletana Rakele.
Successivamente si è passati alla sfida dei big che, divisi in 5 gruppi da 4, hanno proposto cover della tradizione musicale italiana. A cominciare da Raf con una versione latineggiante di Rose rosse di Massimo Ranieri. Nonostante l’artista non stesse ancora bene a causa della bronchite è riuscito a portare a casa l’esibizione in modo più che dignitoso. Irene Grandi ha invece optato per una versione rock and roll anni ’60 di Se perdo te di Patty Pravo. Qualche dubbio ci è sorto con l’interpretazione di Una carezza in un pugno di Celentano fatta da Moreno in una versione a metà tra il rap e il cantato: quel che ci ha lasciato perplessi è stato quello spelling ripetuto più volte del suo nome, M-O-R-E-N-O. Anna Tatangelo ha fatto una scelta retrò (anche nell’acconciatura) con Dio come ti amo di Domenico Modugno, affrontata con una buona interpretazione e una bella prestazione vocale.
Il secondo girone si è aperto con Biggio e Mandelli che hanno proposto E la vita la vita di Cochi e Renato dando vita a un’esibizione godibile e decisamente più misurata rispetto a quella della sera precedente con il brano inedito. Ottima prova per Chiara con Il volto della vita di Caterina Caselli: l’anno di lavoro su se stessa ha dato dei frutti evidenti e l’artista ha finalmente imparato a tirare fuori grinta e personalità, insieme a un talento vocale mai messo in discussione. Promosse anche Mare mare (Carboni) e Se telefonando (Mina) rispettivamente nelle versioni grintose di Nesli e Nek.
Meno esaltanti i Dear Jack con Io che amo solo te di Endrigo, ma apprezzabile la scelta di un brano del genere che ora anche i loro giovanissimi fan conosceranno. Superlativi Grazia di Michele e Mauro Coruzzi (che per l’occasione è tornato nei panni di Platinette) in Alghero di Giuni Russo: a bordo di una macchina d’epoca e vestiti come vacanzieri che si dirigono in spiaggia hanno sicuramente offerto il momento più leggero e divertente della serata. Non ci ha colpito Bianca Atzei con Ciao amore ciao di Tenco, interpretata sullo stesso palco 2 anni fa da Marco Mengoni in una versione di cui si parla ancora oggi. Alex Britti ha impreziosito con la sua inseparabile chitarra Io mi fermo qui dei Dik Dik.
Quarto gruppo: promosso Lorenzo Fragola con Una città per cantare di Ron, esibizione sanremese nella sua accezione più tradizionale e antiquata per Ancora (De Crescenzo) per Il Volo. Intensa, grintosa, precisa, affascinante: Annalisa non ha per niente sfigurato nella sua versione reinterpretazione di Ti sento dei Matia Bazar (e magari avesse avuto un brano inedito del genere da portare in gara!). Ha suscitato molta ilarità in sala stampa la performance di Lara Fabian sulle note di Sto male (Vanoni) un po’ per l’italiano maccheronico, un po’ per la noia che ha suscitato. Dell’ultimo gruppo (Grignani, Zilli, Malika, Masini) citiamo la Zilli con Se bruciasse la città a cui però è mancato il piglio decisivo e la performance da pelle d’oca di Malika con Vivere di Vasco Rossi.