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La prima a calcare il palco è stata Amara con Credo: pezzo dal sapore cantautorale interpretato con convinzione e credibilità e che ha il suo punto di forza nel testo.
A seguire i Kutso che anche questa sera hanno colorato la loro Elisa con qualche travestimento (il chitarrista si è presentato in accappatoio), ironia e voglia di portare scompiglio sul palcoscenico. E tutto questo ha pagato, perchè hanno superato il turno.
E’ passionale Enrico Nigiotti mentre canta la sua Qualcosa da decidere. E convince. Non solo il pubblico ma, potenzialmente, anche le radio che non dovrebbero avere remore a trasmettere un brano così orecchiabile e coinvolgente.
Suo degno avversario è Giovanni Caccamo, talento cristallino sia vocalmente che dal punto di vista compositivo. Una gradita scoperta di casa Sugar che, ci auguriamo, possa iniziare da questo momento una carriera piena di soddisfazioni. L’inciso di Ritornerò da te ha un’apertura melodica al contempo tradizionale e moderna che convince sin dal primo ascolto. E’ lui a vincere il secondo confronto.
La prima big ad esibirsi è Annalisa con Una finestra tra le stelle. Diciamolo subito: la sua voce darebbe dignità anche al pezzo più brutto della storia della musica. Il pezzo scritto per lei da Kekko non brilla certo per originalità, ed è piuttosto monotono nella sua costruzione. Ribadiamo il concetto che Annalisa merita autori di tutt’altro spessore, in grado di sposare i suoi veri mondi musicali. Nulla da eccepire invece sulla sua interpretazione ed esecuzione vocale. Notevoli passi avanti sono stati fatti per quanto riguarda la capacità di lasciarsi andare sul palco e divertirsi.
Nesli con Buona fortuna amore conferma il suo passaggio, ormai assodato, da rapper a cantautore. Il brano, con molta probabilità, sarà il suo lasciapassare per l’affermazione presso un pubblico più ampio rispetto a quello cui si rivolgeva fino ad ora.
Delicata, intimista e anche malinconica Un vento senza nome, la canzone di Irene Grandi che ci ha mostrato un lato finora rimasto piuttosto nascosto. Un brano la cui bellezza si apprezza ascolto dopo ascolto. La nuova Irene ci piace.
Ma ci piace molto anche Nek, per il quale questo Festival potrebbe essere l’occasione per un rilancio in grande stile, dopo qualche album di successo non folgorante. Il pezzo, come già abbiamo spiegato dopo il primo ascolto, ricorda la band di Chris Martin, ma è impressionante la somiglianza anche con l’inciso di Io ti aspetto di Marco Mengoni.
Bianca Atzei, altra artista “kekkizzata”, continua a non convincere con Il solo al mondo, brano dal sapore anni ’60 che però sprizza banalità (soprattutto nel testo) da tutti i pori. Un paio di errori tecnici hanno reso ancora meno apprezzabile la performance.
Biggio e Mandelli hanno riproposto in tutto e per tutto lo stesso numero della prima esibizione. Nulla di diverso, nemmeno nelle divise. Per quanto discutibile possa essere la loro partecipazione al Festival, probabilmente il motivetto di Vita d’inferno potrà avere una sua vita al di fuori di Sanremo.
Moreno con Oggi ti parlo così ha confezionato un brano che incontra il favore dei suoi fan ma non lo eleva dal suo status di rapper per teenager.
Lara Fabian: esecuzione di alto livello, ma brano che non andrà da nessuna parte.
Grazia Di Michele e Mauro Coruzzi: Io sono una finestra è il pezzo più impegnato della competizione (e il più ricercato dal punto di vista lessicale) e certamente i due artisti non puntano alla vittoria ma a portare su un palco così prestigioso una canzone che possa spingere a riflettere.
Cresce con il secondo ascolto Siamo uguali di Lorenzo Fragola. Ok non è il nuovo capolavoro della musica italiana ma è un buon pezzo pop che farà il suo dovere in radio.
Anna Tatangelo: anche Libera migliora con un ulteriore ascolto. Peccato per il testo, del tutto – o quasi – infantile. Grandiosa invece la prestazione vocale e incantevole la giovane cantante nel suo elegante abito nero.
Il Volo: la noia, il vecchiume. Ma allo stesso tempo la vittoria in tasca, e gli applausi fragorosi dell’Ariston – purtroppo – lo dimostrano.
Gianluca Grignani: i suoi Sogni infranti rappresentano un ritorno dell’artista alle sue origini. Una canzone che è un invito a rialzarsi e a lottare per ciò in cui si crede.
Eccelsa Malika Ayane con Adesso e qui (Nostalgico presente). Inutile commentare ulteriormente, abbiamo già detto tutto su di lei.
Dear Jack: Il mondo esplode tranne noi non lascia il segno come cantavano nel loro primo singolo Domani è un altro film. Ma da quando le loro fan badano a quello che cantano?
Marco Masini convince con una canzone di speranza e positività come Che giorno è. Particolarmente incisivo il ritornello.
Nina Zilli si cimenta con il blues in Sola: un mix di “già sentito”, specialmente all’estero.
Alex Britti: Un attimo importante si conferma come brano che si farà ricordare più per la parte di chitarra che per altro.
Raf probabilmente non vede l’ora che termini Sanremo per potersi riprendere dalla bronchite.
Infine Chiara, precisa e convincente con la ballad Straordinario.
Eliminati: Lara Fabian, Biggio e Mandelli, Raf, Anna Tatangelo.