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E’ proprio questo il bello di Sanremo: per una settimana si viene catapultati in una bolla, un mondo parallelo – a tratti irreale – che assorbe tutte le energie vitali e isola da tutto ciò che accade al di fuori della “città dei fiori”. Una sorta di vacanza (paradossalmente, visti i ritmi serratissimi a cui si viene sottoposti dalla mattina alle 2 di notte) dalla vita di tutti i giorni.
Le giornate sono iniziate sempre alle 11 del mattino al Palafiori, sede della sala stampa “Lucio Dalla” riservata agli esponenti delle radio, tv private e web. Qui si sono svolte innumerevoli conferenze stampa: non solo quelle quotidiane riguardanti il Festival stesso, ma anche – e soprattutto – quelle degli artisti in gara che hanno presentato ai giornalisti i loro progetti discografici e hanno raccontato le rispettive esperienze sanremesi. Così sono passati sotto i nostri occhi nomi del calibro di Raf, Gianluca Grignani, Irene Grandi, Dear Jack e Anna Tatangelo. Ma anche le Nuove Proposte, Giovanni Caccamo compreso.
Solo una breve pausa per pranzare, negozi aperti permettendo visto che i locali sanremesi hanno orari quantomeno strambi, e poi di nuovo in quello che tra colleghi abbiamo ribattezzato il “bunker”. Schiena china sul computer e via a scrivere “fiumi di parole” (giusto per fare citazioni sanremesi) su scalette delle serate, dichiarazioni dei protagonisti, dati di ascolto e quant’altro.
Nei pochi momenti liberi una “volata” al Teatro Ariston però è d’obbligo. Quel piccolo edificio, che in 65 anni ci ha raccontato la storia della musica leggera e del costume italiano, è in grado di esercitare un fascino senza tempo a cui gli appassionati del Festival non possono restare indifferenti. Le principali emittenti radiofoniche negli scorsi giorni si sono trasferite nei pressi del Teatro per raccontare ai propri ascoltatori le emozioni degli artisti ospiti dei loro salotti improvvisati nei truck (camion, per dirla più terra terra). La partecipazione della cittadinanza e dei turisti che da ogni parte d’Italia accorrono a Sanremo in occasione della manifestazione è sempre molto calorosa: lo dimostra la folla perennemente appostata davanti all’Ariston a caccia di autografi o, ancora meglio, di selfie con i cantanti e con i (dimenticati) personaggi del mondo dello spettacolo in cerca degli ultimi 5 minuti di celebrità.
Ho visto il mare solo dal treno quando sono arrivato, il sole unicamente al mattino quando ml recavo al Palafiori, non ho potuto soddisfare il desiderio di scattare una foto con i miei cantanti in gara preferiti, ma ho messo in valigia un’esperienza straordinaria in senso etimologico: fuori dall’ordinario. E soprattutto ho avuto modo di conoscere meglio giovani giornalisti già noti e stringere “alleanze” con nuovi colleghi, che hanno condiviso con me fatiche, gioie, proteste per eliminazioni ingiuste e, in qualche caso, tifo scatenato.