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Vanno invece d’accordo Cecilia Rodriguez e Brice Martinet. In un forzato paragone con i protagonisti di Laguna Blu, gli autori cercano di insinuare la convinzione che prima o poi nascerà del tenero. O meglio: che scatterà l’attrazione sessuale. Perché i due sono soli, coperti da foglie ma non da mutande, e come tutti sanno, la carne è debole. Signorini si insinua appena può: lui allungherebbe le mani e adesso la Rodriguez, quando l’altro si spoglia dietro il paravento, non si volta più dall’altra parte. Il direttore di Chi sostiene che non si può rimanere amici in una situazione simile; nel frattempo, esisterebbero dei compagni che aspettano i due, però questi sembrerebbero dettagli per spettatori ingenui.
Incredibile però che lo stesso Signorini si stupisca che la madre di Charlotte Caniggia inciti la figlia a rimanere, incurante che la condizione sia spogliarsi. Una spinta moralizzatrice sorprendente, visto il personaggio da cui proviene. Senza contare le risatine sul termine “ballottaggio”, perché nella Caniggia ci sarebbe ben altro che balla. E il garbato riferimento alle generose forme della ragazza: non basterebbe tutta la vegetazione della spiaggia per coprirla.
Va inoltre ricordata la prova sostenuta dai naufraghi, che si sono dovuti rotolare in una vasca di fango per cercare di portarne il più possibile fuori. Aiutati dal caposquadra che li ripuliva, le telecamere hanno indugiato sulle cosce delle concorrenti, sulle magliette che aderivano ai corpi, sui palpeggiamenti. Rocco Siffredi in particolare, che tutti sono impegnati a sdoganare come marito affettuoso e uomo tenero, ha palpeggiato le parti intime delle Donatella. Signorini non si è certo lasciato sfuggire la scena.
Del resto di Siffredi abbiamo pure visto un’immagine ripresa dal basso, qualora ci fosse bisogno di attestare la qualità per cui è noto. Trattasi della “bestia” che “è partita” alla vista di Cristina Buccino e che suscita tanti gridolini tra le spettatrici in studio, quasi che la visione della paccottiglia sia stata impresa ardua negli anni.
Si segnala infine il cartello in studio di una spettatrice, opportunamente inquadrato dalla regia, in cui si invita Siffredi a tenere duro il “serpente” per tornare a casa vincente. Inutile specificare poi che ogni riferimento ai boa rosa dell’isola evocava altro, sempre lo stesso “altro”.
Qui la diretta della terza puntata.