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I bambini dello spot Ikea sembrano imitare le relazioni adulte, ma con una sana ingenuità che li aiuta a completarsi l’un l’altro, piuttosto che delimitarsi.
Lei, una bionda tutto pepe impegnata a smontare una bicicletta nella sua stanza; lui, un romantico galantuomo in miniatura che va a trovarla a casa portandole un regalo.
La bimba, lontana da ogni stereotipo femminile, è in camera, ed è animata da una chiara passione per la meccanica. Con i guanti alle mani, sta infatti lavorando su una bicicletta, che al momento è senza una ruota e senza manubrio. La cameretta è allestita come una piccola officina: appoggiata al muro si trova una grande camera d’aria, appartenente alla ruota di qualche mezzo pesante.
Quando suona il campanello però, la situazione cambia. La piccola protagonista si accorge che si tratta dell’amico per cui ha un debole, perciò corre a nascondere tutti gli oggetti che renderebbero chiaro il suo hobby.
Mentre il bimbo sale le scale, bisogna correre ai ripari: aiutata dal fratellino che spalanca tutti gli armadi di casa, vestita dalla baby sitter che le fa indossare abiti puliti, la bimba va ad aprire la porta.
Dall’altro lato, un compagnetto piuttosto agitato all’idea di vederla. Senza alcuna parola, le porge la mano: il suo regalo è un campanellino per bicicletta.
Il bimbo non solo accetta la “diversità”, ma diventa una spalla quella peculiarità la sostiene e incoraggia. Un invito a non omologarsi per piacere all’altro, ma a coltivare le proprie inclinazioni.
Lo spot si conclude con i due bambini alle prese con la bicicletta da aggiustare.
Il secondo spot analizzato è invece realizzato per i bambini, tanto da essere trasmesso appositamente su Boing e Cartoonito, reti con una programmazione dedicata esclusivamente ai più piccoli. Si tratta dell’acqua Lete, per la cui campagna pubblicitaria sono stati prodotti cinque spot: noi analizziamo il più recente. Per parlare ai bambini, si è scelto di creare una famiglia animata composta da mamma, papà e figlio, Teo, che si è innamorato. I tre hanno ovviamente la forma di una bottiglia di acqua Lete.
Dato il target per cui lo spot è stato creato, si è dato spazio ad una situazione rassicurante, in un ambiente caldo e accogliente. La famiglia rappresentata è perciò il classico modello “tradizionale”, esplicitato da una scena già vista in moltissime pubblicità e fiction italiane: il papà che legge il giornale e va ad aprire quando suonano il campanello, perché la mamma è impegnata a cucinare. È Teo ad aver citofonato, appena tornato da scuola. Il ragazzino si è innamorato e, a tavola, anziché mangiare, sospira.
Il padre allora ricorda il primo amore di gioventù, che non era la mamma di Teo, ma una ragazzina etichettata come “sciacquetta” dalla signora Lete. Un esempio poco positivo questo, seppur giustificato dall’affetto nei confronti del marito. Il signor Lete a sua volta racconta di quando lui e la sua bella erano andati a ballare; intanto parte il claim “In famiglia ce n’è sempre una da digerire”, evidenziando così la gelosia della mamma.
Uno spot che si rivolge ai bambini, ma utilizza come accortezza solo l’animazione, portando invece avanti stereotipi forse troppo consolidati.