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Il maestro ci ha concesso una piccola intervista in esclusiva, subito dopo la presentazione della trasmissione. Vi raccontiamo come è andata.
Mi prende per mano, Dario Fo. Mentre con la voce dolce, lo sguardo sognante di chi ha mille ricordi in questo luogo sacro dell’arte, mi conduce attraverso la sala della Pinacoteca di Brera che ha ospitato la conferenza stampa di presentazione di “L’arte secondo Dario Fo”, il ciclo di dieci appuntamenti sulla storia dell’arte di cui è protagonista nei panni di docente a partire da lunedì 23 febbraio alle 21.15 su Rai5.
È emozionato, il premio Nobel per la Letteratura, a tratti ancora un po’ frastornato dai flash dei fotografi, dai giornalisti e da tutti quei ragazzi di Brera e della scuola di Teatro che sono venuti ad ascoltarlo.
“Tra cinque minuti arriva il mio taxi”, mi dice con dolcezza. Poi: “Vieni, parliamo mentre camminiamo e attraversiamo queste splendide sale”.
Quanti ricordi ha qui, Maestro?
Tantissimi e bellissimi. Qui ho trascorso momenti indimenticabili.
Maestro, durante le sue ‘lezioni’ in tv lei parlerà dei più grandi artisti di tutti i tempi. Ce n’è uno che le è rimasto più di tutti nel cuore?
Noooo. Sarebbe impossibile scegliere tra loro. La grandezza dell’uno non può essere preferita all’unicità dell’altro. Picasso, Michelangelo, Caravaggio, Giotto ci hanno trasmesso insegnamenti preziosissimi, ci hanno regalato capolavori unici al mondo. Mai potrei affezionarmi più all’uno che all’altro ”.
Ha scelto i più grandi dunque…
Ne mancano ancora altri, almeno cinque o sei, che spero di poter trattare presto. La loro grandezza è unica e non può passare né rimanere sotto silenzio.
Che ci racconta di loro?
Tutto quello che avreste voluto sapere. Svelo ciò che non è mai stato detto: aneddoti, vicende politiche e sociali, particolari segreti della vita privata dell’artista. Normalmente quando gli studiosi si apprestano a presentare le opere di un’artista, si preoccupano di togliere, nascondere la vita privata e il contesto politico-sociale in cui visse l’artista. Ma questi sono elementi fondamentali per capirne a fondo il pensiero e il messaggio.
E non sono solo questi i suoi progetti…
Ci sono progetti in sospeso da vent’anni e mi piacerebbe non lasciarli macerare, come si dice qui a Milano, nel dimenticatoio della storia.
Proverà davvero a lavorare anche a qualcosa per Expo, ormai qui alle porte?
Se ci fosse lo spazio certamente. Expo tratta un tema molto importante, quello del cibo, ma non è l’unico tema. Ce ne sono almeno una ventina. C’è il problema della cultura di cui si parla tanto ma per la quale si parla poco. E poi c’è il problema di dove trovare il cibo per i miliardi di persone che non hanno da mangiare, non solo quello della qualità de cibo.
Ha visto quanti ragazzi sono venuti a trovarla?
Ho sentito le loro voci, li ho riconosciuti ad uno ad uno, sai?
Chissà che emozione...
Un’emozione grande, forte.
Lei ne ha sempre per casa di ragazzi che vogliono imparare da lei, vero?
Mi piace insegnare loro quello che so.
E con passo lento si incammina giù per lo scalone della Pinacoteca di Brera, verso quei quadriportici che tanto ama e dove nell’ormai lontano 1999 tenne la lezione su Pablo Picasso, che apre il ciclo di lezioni su Rai5: “C’erano più di 1500 persone ad assistere”
Il taxi lo attende. Lo riporterà a casa. Dove nel cassetto sono conservati alcuni progetti che attendono da oltre 20 anni. È giunto il momento di portarli alla luce…