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La visione della donna traspare dalle scelte di montaggio che sbattono in primo piano il notevole fondoschiena di Fanny Neguesha, oppure sono degne di nota le immagini del day time, in cui è possibile osservare Rocco Siffredi che compie approfondite operazioni di lavaggio tra le mutande nelle acque honduregne. Notevole anche l’inquadratura dell’attore hard dal basso e Valerio Scanu che urla alla Buccino di non attentare alle virtù di Alex Belli perchè è sposato. Solo che Scanu è stato esplicito con il complimento, perciò lei, sentitasi in dovere di difendere la propria dignità, ha ribadito che la meretrice la fa con chi le pare e piace. Il concetto è questo, ma espresso dalla modella in maniera molto poco aulica.
Nel mare di trash, come si preannunciava già alla vigilia dell’esordio, la trasmissione è un Giano bifronte che rincorre la volgarità e, allo stesso tempo, finge di volerla redimere.
Una patetica trasgressione è affidata a un paio di scultorei fisici ignudi, coperti solo da fogliame. Un vessillo evocativo, perché tutti sappiamo che sotto sono senza biancheria intima, perciò spazio all’immaginazione fino a quando non arriverà un’improvvisa folata di vento traditore. La speranza palese degli autori è che i due Adamo ed Eva abbiano una minima voglia di accoppiarsi, e invece, l’unico desiderio cui aspirano al momento, sembrerebbe al massimo una teglia di lasagne.
Merita un capitolo a parte Siffredi. Ovviamente specifichiamo che è “ironico”, perché sembra che ogni commentatore televisivo debba meravigliarsi del suo senso dell’umorismo, salvo pagare lo scotto di apparire bigotto per averlo criticato. Ebbene, l’arcano è presto svelato. Toglietegli le battute sulle dimensioni, e si verificherà la sconcertante evidenza: l’ironia di Siffredi è pari all’umiltà di Pierluigi Diaco.
Nonostante si cerchi in tutti i modi di sdoganarlo come volto per famiglie in prima serata, Rocco Siffredi non è scindibile dal suo personaggio. Ovemai potrebbe essere discutibile la scelta del concorrente, lo è ancora di più il tentativo di purificarlo in acque catodiche cucendogli addosso un’immagine di uomo che, in fondo, ha dei valori.
L’operazione di ricostruire la verginità morale di Siffredi dipingendolo come marito affettuoso è segno di come da lui ci si aspetti sempre che l’unico movimento vitale avvenga sotto la cintola; invece, essendo un essere umano, possiede persino un altro muscolo: quello che batte sotto lo sterno. Inutile allora meravigliarsi che gli manchino moglie e figli. Però che non si cerchi di accreditare un uomo come lui, che ha rapporti sessuali con chiunque, alla stregua di principe azzurro solo perché ha salutato affettuosamente la moglie all’aeroporto.
Da qui a parlare di Siffredi come il saggio del gruppo inoltre, passa un abisso: Siffredi è quello che si riferiva a Diaco etichettandolo come “isterica”. Ma del resto non stupisce un simile appellativo: Rocco Siffredi infatti, è la stessa persona che a Le Iene si risentì con Nina Palmieri, la quale aveva osato chiedergli la sua disponibilità a girare scene omosessuali. In questo senso non è scindibile dal suo personaggio: Siffredi è un’estensione della virilità del suo organo produttivo, qualsiasi sia la battuta, il discorso o l’atteggiamento del momento. Basterebbe già questo per porre fine alla santificazione.