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Francesco Pannofino è il volto della campagna del treno ad alta velocità Italo. In particolare l’attore promuove un’offerta che prevede biglietti a partire da 19 euro. Un prezzo basso che giustifica il motivo per cui il protagonista viene poi trattenuto dai controllori: Pannofino infatti, sostiene che il viaggio su Italo sia gratis, perciò gli viene impedito di salire.
Doppiatore e interprete di diverse fiction, Pannofino ricorda qui il suo personaggio più famoso, il regista René Ferretti della serie Sky Boris. A creare l’effetto umoristico è il contrasto tra le due situazioni che si verificano: in un primo momento il protagonista tesse le lodi dell’ “accogliente, spazioso” e “luminoso” treno, salvo poi venire comunque allontanato nel momento in cui ne elogia l’ultimo, presunto pregio: la gratuità.
Lo spot non presenta particolari sottotesti né messaggi rivolti al pubblico: si limita semplicemente a celebrare la bellezza del mezzo della Ntv. Per farlo però, sceglie un volto familiare apprezzato dal pubblico, che ne riconosce la voce e la mimica facciale divertente.
L’effetto è ampliato dalla dissolvenza finale, in cui si vede Pannofino trascinato via dai due controllori. Uno alla sua destra e l’altro a sinistra, lo sollevano da terra; nel finale si scorge Pannofino che alza le gambe, lasciandosi letterlamente trasportare dai due.
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A differenza dello scorso anno, quando il bollettino accartocciato del canone prendeva fuoco, per la campagna del 2015 la Rai ha abbandonato il messaggio di tipo punitivo a favore di uno propositivo.
Innanzitutto è stata realizzata una serie di spot, pensati per la programmazione sportiva, le serie televisive, la cultura e l’informazione. La struttura è la stessa per tutti, in quanto vengono mostrate le migliori immagini della programmazione Rai, suddivise però per generi.
Nello spot riguardante l’offerta culturale ad esempio, spazio ai documentari, i balletti, il teatro di Servillo ma anche quello di Ascanio Celestini, mentre in sottofondo scorre una versione rivisitata della musica de Il barbiere di Siviglia. a forte di tanta bellezza, viene suggerito al telespettatore, il canone è il più basso d’Europa.
Rimane però l’ambiguità di fondo che aveva caratterizzato lo spot del 2014: durante il promo infatti, sullo schermo compare l’elenco delle reti televisive e radiofoniche Rai. Pagare il canone però, non equivale a pagare le reti che lo trasmettono, perciò il messaggio trasmette un’informazione sbagliata. Un’ambiguità che nella campagna 2014 era stata segnalata con una denuncia da parte dell’Antitrust per pubblicità ingannevole.