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Ci racconta la sua esperienza sul set, avendo come coprotagonista il cane Rex?
Il primo anno che ho interpretato Marco Terzani, ho dovuto lentamente abituarmi alle esigenze del quattrozampe che mi affianca. Ma si è creato subito un rapporto di collaborazione e di amicizia, sia con il cane che con il suo padrone e allenatore Massimo Perla. È lui che fa capire al quattrozampe tutto ciò che deve fare e lo guida con molta maestria nell’esecuzione delle azioni richieste. Tutto viene svolto con precisione micrometrica, alla telecamera non sfugge nulla e i telespettatori sono messi in grado di assistere a scene di grande impatto emotivo, nonostante che i tempi della fiction siano tiranni.
Quante puntate vedremo ancora?
In effetti ci saranno dodici serate, perché in corso d’opera si è scelto, ogni venerdì, di mandare in onda il primo episodio dell’ottava serie, quindi nuovo, mentre il secondo è una replica della scorsa edizione.
È prevista un’altra serie di Rex?
Se ci sarà, io sono prontissimo. Il ruolo di Marco Terzani è davvero nelle mie corde professionali.
Lei recita anche in alcune scene del prossimo film 007-Spectre. Che esperienza è stata recitare al fianco di Monica Bellucci?
Nella pellicola io recito in due pose, ma ritengo la mia presenza in un film a livello internazionale un’enorme gratificazione professionale. E sono particolarmente soddisfatto di essere riuscito in breve tempo a dimostrare di essere un attore.
Ha un progetto professionale cui aspira?
Ne ho due. Il primo è il sogno rincorso da ogni attore: avere una continuità lavorativa e una stabilità che ancora non ho. Il mio sogno però, è di recitare in un film o in una fiction di costume. Amo molto leggere libri di storia, perciò mi piacerebbe interpretare un personaggio legato al passato.
Com’è iniziato il suo percorso di attore?
Il mio battesimo di fuoco è avvenuto in Rai. Ho iniziato in qualche puntata di Incantesimo e nella serie Che Dio ci aiuti; successivamente ho recitato con Flavio Insinna nella serie ho sposato uno sbirro. È stata un’esperienza molto gratificante: con Insinna si è stabilito un rapporto di stima e amicizia, al punto che lo ritengo una sorta di “zio”.
Qual è la sua opinione sull’attuale stato della fiction italiana?
Credo abbia fatto molti passi avanti. Il piccolo e il grande schermo riescono a raccontare storie di grande impatto emotivo, e le serie tv oggi documentano la realtà in maniera esaustiva.
Quali sono i suoi gusti televisivi?
Seguo poco il piccolo schermo, ma tra i programmi preferiti ci sono quelli di Maurizio Crozza e i serial statunitensi. Adoro Homeland, The Blackilist, Breaking Bad e mi accingo a rivedere Fargo. Certo, avere un ruolo in una di queste serie, sarebbe il top.
Trova una grande differenza tra gli attori italiani e quelli stranieri?
Apprezzo molto che negli Usa, ad esempio, gli attori siano personaggi a 360 gradi, che passino disinvoltamente dal set televisivo a quello cinematografico fino al palcoscenico e si mettano alla prova come showman.
In Italia invece, su questo aspetto c’è molta dietrologia, che rallenta forse la crescita dei prodotti da piccolo e grande schermo.
Progetti futuri al di là di Rex?
Ho sostenuto molti provini, adesso sono in attesa di risposte.
I suoi hobby?
Sono iperattivo. Adoro impegnarmi, sia facendo sport sia nella lettura. E proprio in questo periodo sto leggendo un testo ambientato nel 1500,