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Michele, perché “Centovetrine” non è più in prorammazione?
È un vero mistero. Bisognerebbe chiederlo a Mediaset che ha fatto questa scelta. Possiamo supporre tante cose, ad esempio che vogliano investire altrove, acquistando produzioni straniere e a basso costo, come ‘Il Segreto’.
Gli ascolti, però, ultimamente non erano proprio dalla vostra parte...
All’inizio abbiamo sofferto un po’, soprattutto dopo lo spostamento di canale e di orario, ma stavamo risalendo. Capisco gli obiettivi di rete, ci mancherebbe altro, ma la situazione stava via via migliorando. Mi rendo conto che nulla è eterno, e che sia legittimo decidere di porre fine a una produzione, ma tutti avremmo auspicato una modalità diversa.
Ci sono molte puntate già registrate che non andranno in onda, stando così le cose…
La soap rimarrà in sospeso, proprio così. Abbiamo già registrato tutta una serie di scene che non verrà mai trasmessa. Quindi “Centovetrine” finirà così, all’improvviso, con un taglio netto, senza un vero finale. E invece meritavamo un finale in gloria. Ma non lo abbiamo neppure girato. Non si potrà nemmeno parlare di finale aperto, perché un finale non c’è proprio.
Quando avete capito che l’avventura stava per volgere al termine?
Le voci si ricorrevano da molto tempo, ma abbiamo sempre combattuto e tenuto duro. Poi un bel giorno ecco su facebook la notizia della chiusura. Noi abbiamo saputo della decisione presa da Mediaset attraverso facebook e un link a un sito sconosciuto!!! Proprio non ce lo meritavamo. Anche perché avevamo accettato tante cose: siamo stati fermi per otto mesi, poi costavamo troppo e allora abbiamo subito un taglio del 30%, che ha inficiato moltissimo il lavoro (con sempre meno esterne) e ha provocato tanti licenziamenti. E nonostante ciò il livello della produzione è sempre stato lo stesso.
Quanto può aver influito una trama a tinte sempre più noir?
La trama è stato ciò che ha ucciso “Centovetrine”. Così dura e crudele da sembrare quasi irreale. Quando è stato introdotto il personaggio di Leo Brera, tutto è diventato ‘troppo’. Con tutto quello che ha fatto di terribile, tutti si aspettavano la vendetta del mio personaggio, un ex mafioso, un uomo senza scrupoli, che non ha mai avuto remore neppure nel commettere un omicidio. E invece questa vendetta non solo non è mai avvenuta, ma addirittura Sebastian è sparito per tre mesi. Pure Ivan Bettini, personaggio storico e indubbiamente tra i più amati dai telespettatori, se n’è andato. Questo non fa bene alla soap.
E così viene cancellato un altro pezzo made in Italy...
Ora rimane solamente “Un posto al sole”, cosa molto grave. In Italia abbiamo bisogno di prodotti nostrani, di credere in quello che facciamo. E invece di nuovo dimostriamo che anche questa volta non accadrà. Detto ciò, questa interruzione ha conseguenze davvero pesanti e gravi: tanta gente rimane senza lavoro e una intera area, il Canavese, che ha conosciuto un grande periodo di prosperità anche grazie al nostro set, ripiomberà nella depressione più totale.
Archiviata la pratica “Centovetrine”, che farà Michele D’Anca?
Mi sto attivando per trovare lavoro. Ho fatto tv, teatro, doppiaggio. Mi piacerebbe anche fare cinema, ma in Italia è un ambiente particolare. Insomma, tutto va bene. Le strade percorribili sono tante, speriamo abbiano uno sbocco positivo.
Non ha paura di rimanere imbrigliato nei panni di Sebastian Castelli, al quale il pubblico ormai la associa?
Spero proprio di no, anche perché io non ho interpretato solo Sebastian. Per due anni ho recitato in “Ricominciare” (su Raiuno, ndr), che è un diretto concorrente di “Centovetrine”. In effetti c’è un pregiudizio tra gli addetti ai lavori, ma spero siano solo problemi sciocchi.
Non le mancherà un po’ Sebastian?
Interpretare Sebastian Castelli è stato bellissimo e lo abbandono con grande dispiacere. Ho dato moltissimo e avrei potuto dare ancora moltissimo, soprattutto ora che ci si era finalmente accorti che bisognava puntare sul mio personaggio.
Al di là della recitazione, ha altri interessi?
Amo la fotografia, alla quale mi dedico appena ho tempo; ho anche fatto una mostra a Milano. Poi mi piace volare, perché mi fa sentire completamente libero, appagato, felice.
Potrebbero diventare le basi per un suo futuro professionale alternativo alla recitazione?
Assolutamente no. Recitare è la mia vita. È quello che ho sempre voluto fare e non prevedo altre soluzioni. Non ho, per intenderci, un piano B. Se hai un obiettivo vai dritto; avere un piano B significa che già ci si aspetta un fallimento sul piano A. L’arte (come la recitazione) è una necessità, è come l’aria. È un dono che gli dei, se vogliamo vederla così, ti hanno concesso e che devi assecondare per forza, non puoi trovarle alternative…
Qui l’inizio della quindicesima stagione della soap.
E qui lo spostamento su Retequattro, lo scorso 15 dicembre 2014.