Inizia a parlare Diodato: “Felici per le nostre esibizioni live. Siamo animali da concerto e non vedevamo l’ora. Ci chiamavano ‘la strana coppia’, ma siamo molto affiatati da tempo. Ho scritto la canzone qualche mese fa. Appena l’ho scritta ho pensato ai fiati e quindi ho chiamato Roy Paci. L’ho chiamato, ha ascoltato il brano, ha gradito il pezzo e da lì è nato tutto”:
Roy Paci: “Ho iniziato ad immergermi nel mondo sonoro di Antonio, completamente diverso dal mio consueto. Sono andato a scavare anche nel passato, nei rituali delle bande musicali del sud. Timbriche scure e vellutate che ho cercato di portar sul palco con gli ottoni. Poi, l’orchestra di Sanremo è fatta di profssionisti eccezionali”.
Diodato sull’esperienza con l’orchstra: “Scrivi la canzone nella tua stanza, poi arrivi su questo palco e l’arrangiamento dell’orchestra è un sogno che si realizza. In futuro ciascuno farà il proprio tour, ma ci conosciamo da tanto e siamo affiatati, quindi potremmo fare anche altro, un giorno”.
Roy Paci: “Saliamo sul palco quasi come se stessimo facendo una jam session, come qualcosa di puramente live fatta nel teatro e basta, senza pensare ai 10 milioni di persone. Tra l’altro, noi ci siamo conosciuti proprio durante una sorta di jam. Da questo Festival non ci aspetttiamo chissà cosa. Siamo già molto contenti di quello che stiamo percependo, dall’affetto, l’interesse e l’appoggio che stiamo ricevendo”.
Arriva una domanda su uno dei versi iniziali di “Adesso”, che parla della necessità di alzare la testa dal cellulare: “Non è una canzone contro la tecnologia, quella è una considerazione sull’uso malato che ne facciamo in alcuni casi. È nata una sera in cui ero immerso nel mio telefono rientrando a casa e ho alzato lo sguardo dallo schermo e ho visto una luna gigantesca tra due palazzi”.
Al di là dei talent, c’è una via televisiva alternativa per arrivare al grande pubblico, anche da mondi originariamenti no affini? “In generale, quello che prima era underground, di nicchia, in realtà sta facendo grandi numeri da qualche tempo. Sono caduti molti steccati. Lo stesso Ghemon, con cui abbiamo duettato, è uno che abbatte barriere quando canta. Quindi è tutto cambiato e sì, le strade si sono moltiplicate”.
Diodato: “Non abbiamo ragionato per generi musicali. Vedo Roy come un musicista libero, vulcanico che si fa guidare dall’emozione che sente in un brano. è questo il motivo perché ho pensato a lui per la collaborazione. Ma tutto ciò che sentite venuto liberamente, senza ragionamenti sui generi”.
“Il video è stato girato a Milano da due videomaker con cui avevo già collaborato. Non era facile raccontare per immagini questa canzone. Lo hanno fatto con molta semplictà e per questo tocca molto ed è gradito”.
“Il mio modo di scrivere canzoni è un pochino cambiato ultimamente perché è in atto una piccola rivoluzione.Èuscita una dose di positività e anche del cinismo, se vogliamo, ma comunque ho un atteggiamento diverso, ho cercato di togliere più filtri possibile”.