Venti anni dopo l’ultima volta, “Karaoke” ritorna in televisione. La prima puntata dello show, in onda su Italia 1 dal lunedì al venerdì dalle 19.55, è stata trasmessa lunedì 30 marzo. La struttura del format è rimasta immutata: un programma itinerante, ospitato in piazze di diverse città e paesi d’Italia, dove la gente può divertirsi a cantare i brani più famosi del presente e del recente passato. C’è spazio per tutti: dal giovane alla persona più matura, che può mostrare davanti a tutti (se ne ha) le proprie doti canore.
Il conduttore di questo nuovo ciclo di puntate è Angelo Pintus. Per il comico friulano, l’obiettivo era riuscire a non far rimpiangere troppo Rosario Fiorello, anima del programma dal 1992 al 1994. Raggiungere i livelli dello showman siciliano è arduo, se non impossibile, tuttavia il nuovo padrone di casa si è dimostrato da subito molto disinvolto, mettendo i concorrenti a loro agio con simpatia ed evitando il rischio di rubare loro la scena.
L’aspetto più interessante di “Karaoke” è la condivisione. Come la trasmissione dimostra, il canto può essere un ottimo strumento di aggregazione per le persone. Lo stesso, anzi di più, può dirsi, se il focus si sposta su un contesto familiare. Per genitori e figli, reduci dalle fatiche (lavorative e scolastiche) della giornata, cantare tutti insieme davanti alla tv può essere un gioco molto divertente, un piacevole momento di svago prima di cenare. “Karaoke”, dunque, fa parte di quella tipologia di programmi che fanno bene alla famiglia, perché contribuiscono a far riscoprire ai suoi componenti l’importanza e il valore del tempo che si trascorre insieme.
Sempre su Italia 1, il venerdì sera, l’appuntamento fisso è con “Colorado”. Il programma comico, ideato da Diego Abatantuono nel 2003, è condotto quest’anno da Paolo Ruffini e da Diana Del Bufalo, new entry assoluta. Come in ogni edizione, la rassegna di comici che si esibiscono durante la trasmissione è ampia. Nelle loro performance affrontano tematiche disparate, modellandole sul loro stile espressivo. Oltre ai personaggi storici, non mancano novità e addirittura qualche guest – star, come Gabriele Cirilli.
Tranne qualche eccezione, rappresentata ad esempio dai divertenti monologhi di Pucci, le esibizioni proposte non hanno portato una ventata di novità al programma, che rispetto agli scorsi anni è rimasto pressoché statico. Nella maggioranza dei casi, la comicità proposta è piuttosto semplice, volta a suscitare nell’immediato la risata, anche a costo di sfociare nella volgarità.
Il ricorso ad espressioni da “bippare” è un elemento che si nota in diverse occasioni, utilizzato come strumento per rafforzare la portata comica della performance. In base agli argomenti di cui si parla, poi, non manca il ricorso al doppio senso, in cui alcuni protagonisti incorrono soprattutto quando si affrontano argomenti come l’ amore o la sessualità. Queste scelte potrebbero essere tranquillamente evitate se si curasse in modo più approfondito la fase di scrittura dell’intervento: non è detto, infatti, che inserire termini poco opportuni in un monologo o in uno sketch li renda più esilaranti.