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Albertino, cos’è Top Dj in due parole?
Il racconto del nostro mondo.
Che significa per lei far parte di questo programma?
Io ho voluto esserci a tutti i costi perché era davvero importante che raccontassimo quello che sta dietro alla nostra professione. Abbiamo realizzato un progetto incredibile ma credibile.
Possiamo definirlo un progetto cross-mediale?
Certamente. Qui i media (tv, radio, web) vanno tutti a braccetto. Top Dj ha avuto un impatto fortissimo sui social, dove è molto presente.
Come sarà questa seconda stagione di Top D j?
Quest’anno spacchiamo tutto, ragazzi (ride, ndr). Scherzi a parte, il programma è stato così innovativo che ci è piaciuto tantissimo farlo. Saremmo già pronti per ripartire.
Quali sono le novità sostanziali rispetto al primo anno?
Oltre alla preparazione dei concorrenti, direi la presenza di super ospiti che, di volta in volta, ci affiancano in giuria: mi riferisco ad esempio a Jovanotti, Marracash, Alessandro Cattelan, Marcelo Burlon e Bob Sinclar.
Posso dire anche che abbiamo migliorato molto il programma rispetto alla prima edizione. Dopo 8 puntate fatte e mai riviste, hai la consapevolezza di quello che accadrà. Il montaggio serrato è stato fondamentale.
Come è cambiata la musica?
Ci sono state delle evoluzioni, le cose nella musica cambiano molto velocemente: siamo passati da una predominanza di musica EDM della scorsa generazione a sonorità che stanno tra EDM e House, un genere che viene definito Future House. Anche la Tropical House sta esplodendo in questo periodo. Si può dire che la musica si stia muovendo verso sonorità più raffinate. Questo termometro è confermato anche dalle proposte musicali che i ragazzi aspiranti Top Dj ci hanno presentato ai casting quest’anno.
Con l’ingresso del clubbing in tv, come è cambiata la percezione del pubblico nei confronti di questo tipo di musica?
La cosa che mi ha fatto più piacere è che siamo arrivati a un pubblico ampio, non solo di appassionati del genere o di addetti ai lavori. Un amico mi ha detto: ‘ Non riesco ad andare a letto perché Top Dj mi ha preso’. Questa è certamente una grande soddisfazione: significa che siamo riusciti a raccontare il nostro mondo, il mestiere, l’esercizio, l’entusiasmo, ma anche l’emozione del gioco del talent.
Come sono i ragazzi che si sono presentati ai casting?
Rispetto all’anno scorso, hanno davvero una marcia in più. Sono molto più consapevoli di sé. Se penso ai dieci finalisti, penso a dieci personalità distinte ma accomunate dalla medesima consapevolezza su dove vogliano andare. Ognuno di loro ha potenzialità molto interessanti.
Media dell’età?
Sono giovani, sui 19, 20, 21 anni. Alcuni di loro sono dj producer straordinari. Abbiamo notato che, forse contrariamente all’immaginario collettivo, più giovani erano, più originali sono stati.
Cosa li ha spinti a venire a Top Dj?
Sono venuti qui per fare la loro musica, non tanto per diventare pop star ricche. Che poi qui in Italia ricco non lo diventi con questo mestiere. All’estero sì, in America come a Londra è tutta un’altra cosa. Qui sei grande entro i confini italiani, lì ti fanno diventare famoso in tutto il mondo. Il mio omonimo londinese è un mito in tutto il mondo, io ho un nome, ma qui da noi.
La musica prima di tutto, insomma.
Esatto. E teniamo ben presente che è molto più complicato fare musica così che facendo il cantautore…
È cambiata anche la percezione nei riguardi del disc jockey?
Il dj è diventato l’icona, ha acquisito grande importanza nel mondo della musica, della moda, del sociale. È il testimonial ideale di qualsiasi campagna, di qualsiasi messaggio. Ha sostituito le grandi rockstar, soprattutto in America, naturalmente, crea business e in più con il minimo sforzo hai il massimo risultato.
E da parte della gente comune?
Le persone, guardando il programma, hanno scoperto che questo mestiere non è semplice gestualità. Noi abbiamo cercato di raccontarlo mettendo in risalto ogni suo aspetto. Oltre alla musica, infatti, c’è la parte emotiva, la storia dei protagonisti. Esce tutta la parte umana di chi sta dietro la consolle.
Qual è il valore di un Dj?
Il dj ha la capacità di produrre la musica che suona per poter dire la parolina magica ‘suonare’ che i musicisti non tollerano che un dj utilizzi.
Qual è l’x factor di un dj?
La capacità di saper mixare, conoscere e produrre la musica inedita.