Apertura, come sempre, con la politica. Viene riproposta la riflessione di Crozza sul tweet offensivo di Gasparri, vice presidente del Senato, che ha definito “imbecille” il premier Renzi in febbraio. Ironia su entrambi: “E’assurdo che Gasparri e Renzi abbiano queste cariche!”
Poi l’attenzione si sposta sul Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e sul suo rigore: “A confronto con lui, Clint Eastwood era Stanlio!” Lo sfottò, divertente, continua: “Ha una comunicativa da suora di clausura!” Crozza poi imita il Capo dello Stato, intento a confidare a delle suore com’è andato il suo viaggio in Germania. Passa talmente inosservato che le finte religiose non vedono che è lì vicino a loro, se non dopo molto tempo. Crozza concentra la sua parodia scherzando sulla timidezza di Mattarella, anche triste perchè nessuno si accorge di lui.
La satira si abbatte, come ogni puntata, anche sul Presidente del Consiglio con il “Renzi show“. Si affronta il tema della riforma della scuola, o almeno si dovrebbe. “Chi se ne frega della scuola, quello che cambia la vita dei ragazzi è l’I-watch!“, esclama. Interpellato poi sulla riforma Rai, dice: “Sogno una rai d’élite, dedicata non a un pubblico medio, ma Mediaset. Rai, di tutto, di Renzi!” Il premier, dunque, è visto come un politico che più di parlare di fatti concreti, parla per slogan, che servono soltanto a mettere in confusione l’opinione pubblica.
Da sinistra a destra, ecco l’imitazione di Silvio Berlusconi, colto al telefono mentre parla con Giampaolo Tarantini. Prima dice di essere impegnato, poi, quando l’interlocutore gli dice che ci sono delle ragazze con cui può trascorrere del tempo, allora cambia idea e decide di annullare tutti gli appuntamenti in agenda. L’ex Cavaliere è entusiasta per l’assoluzione al processo Ruby e senza mezzi termini dice di godere per quanto deciso dalla Cassazione, cantandoci anche su. Un numero un po’ eccessivo, date le volgarità espresse durante la canzone.
La prossima vittima è Matteo Salvini, leader della Lega. Come sempre appare agguerrito ed è circondato da suoi sostenitori. Si scaglia contro i rom, a cui imputa di “aver rubato i pensieri degli italiani” . Il leghista assume toni mussoliniani, specialmente nel discorso finale, concluso da una versione di “Faccetta nera” rivisitata in “Felpetta Nera”, parole impresse sulle maglie del politico e dei suoi seguaci.
L’attenzione si sposta su Gino Paoli. Il cantante è accusato di evasione fiscale e a causa di questo ha deciso di lasciare la direzione della Siae. Da questa vicenda, Crozza ne approfitta per imitare il cantautore proponendo una versione tutta sua di “Il cielo in una stanza”.
Si aprono le porte del Vaticano con l’imitazione di Papa Francesco. Crozza sottiolinea la semplicità del Pontefice, che rompe il protocollo e decide di mangiare insieme ad una guardia svizzera. Quando i cardinali dicono che non dovrebbe farlo risponde piccato: “Piuttosto non è contro il protocollo che Bertone abbia un attico di 500 metri quadrati?” Il sogno del finto Bergoglio è quello di una Chiesa più semplice, dove i conti della Chiesa siano trasparenti. I prelati che lo circondano, però, mugugnano.
Prossimo personaggio: l’architetto Fuffas, una parodia del vero Massimiliano Fuksas. Le sue sono proposte strampalate, come ad esempio la realizzazione di moschee mobili e i minareti gonfiabili.
Uno dei personaggi più riusciti di quest’annata è senz’altro il presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero. Il comico genovese enfatizza l’estemporaneità del patron blucerchiato, uno delle figure più originali e schiette del calcio italiano. L’intervista che gli fa Andrea Zalone salta perchè il “presidente” lo porta a parlare di tutt’altro, tra elucubrazioni, visioni e storpiamenti di nomi di persone e cose.
Nella seconda parte di questa stagione, Maurizio Crozza ha deciso di proporre l’imitazione di Enrico Mentana, direttore del tg di La 7, alle prese con delle maratone televisive. Tutto è assurdo: i temi trattati (ad esempio, le difficoltà amorose del ministro Boschi), i collegamenti con inviati impreparati che saltano anche a causa di errori della regia, gente che invade a vario titolo lo studio del direttore. La parodia riesce perchè Crozza ha saputo enfatizzare aspetti della personalità del giornalista (il ritmo nel parlare, il modo di ridere e i movimenti del corpo) che finora nessuno aveva saputo portare in evidenza con intenti comici.
Si torna indietro all’eclissi del 20 marzo. Per cercare di spiegare scientificamente in che cosa consista, Crozza propone l’imitazione del professor Antonino Zichichi, un personaggio rappresentato come un po’rimbambito.
Chiusura solita con Kazzenger. Il prossimo appuntamento con “Crozza nel paese delle meraviglie” è per venerdì 10 aprile alle 21,10, sempre su La 7.