Dopo una breve anteprima, si comincia. Nuovamente da Papa Francesco. Si parla del suo viaggio a Napoli. Safiria Leccese mostra il famosissimo video del pontefice simpaticamente “assalito” da alcune suore di clausura, rimbrottate dall’Arcivescovo partenopeo Crescenzio Sepe.
La conduttrice si collega in diretta con il monastero delle Clarisse Cappuccine di Napoli. Parla madre Rosa, l’abbadessa. La religiosa rivela che oggi è arrivata una lettera dal Pontefice, che ha risposto ad una precedente missiva da loro inviata per intercedere presso di lui in merito alla beatificazione della fondatrice del loro ordine. Poi dice: “Vivere in clausura non significa vivere fuori dal mondo! Il Papa è rimasto sorpreso non solo dall’affetto delle mie consorelle, ma soprattutto da quello di tutta la gente di Napoli“.
A seguire anche un’intervista all’Arcivescovo Sepe: “Quello delle monache di clausura è stato un modo simpatico e gioioso di salutare il Pontefice, che ha apprezzato il loro affetto!“
Si ritorna a quanto già visto nella prima puntata, quando fu trasmesso il filmato nel quale si vedeva il Pontefice imporre le proprie mani sul capo di un uomo messicano in carrozzella. Esorcismo o no? Safiria Leccese commenta il fatto con Alba Parietti, che ammette: “Io non credo ai miracoli. Questo Papa ha una grande forza ed energia, che riesce a trasferire sulle persone.”
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Questa sera l’attenzione è focalizzata sul passaggio della lettera scritta dall’uomo e consegnata al Papa. In questa lettera parla apertamente del suo problema, chiedendo al Pontefice di poterlo aiutare a scacciare i demoni dal suo corpo, che affliggono anche la sua famiglia. Nel dibattito Don Davide Banzato e Alessandro Meluzzi sono chiari: “Il Pontefice non ha fatto un esorcismo, ma soltanto una benedizione“.
Sul tema si esprime anche uno dei più noti esorcisti italiani, Padre Gabriele Amorth. Il sacerdote spiega che l’uomo era assalito nel suo animo da 4 demoni, capitanati da Satana. Anche lui però dice: “Bergoglio ha fatto una preghiera di liberazione. Ha sicuramente contribuito ad inziare il percorso di purificazione dell’animo di questa persona“.
Padre Pio, con i suoi miracoli, è il protagonista del secondo blocco della trasmissione. Un breve servizio ricostruisce la sua storia. Il frate beneventano è stato proclamato Santo nel 2002 da Papa Wojtyla.
Un’ulteriore ricostruzione della vita del Santo è offerta in un servizio di Pippo Franco, inviato a San Giovanni Rotondo, dove visita alcuni tra i luoghi più significativi della vita del Santo. Poi un collegamento molto particolare: un writer sta realizzando un murales che ritrae il viso di Padre Pio, che ultimerà entro la fine della puntata.
Dopo la pubblicità, Safiria Leccese presenta in studio due cappuccini: Padre Marciano e Padre Francesco, che vivono a San Giovanni Rotondo. Il primo ha conosciuto Padre Pio di persona negli ultimi anni della sua vita.
Il viaggio a San Giovanni Rotondo continua. Ai telespettatori viene mostrata la prima cella in cui soggiornò, dal 1918 al 1943. In questa cella fu colpito dal fenomeno della transverberazione, che gli provocò fitte e sanguinamenti al costato per tutta la sua vita.
Un’altra ospite in studio svela alcuni particolari della vita di Padre Pio: Patrizia Mastrolilli, figlia di Gaetano, fotografo ufficiale di Padre Pio. È l’occasione per mostrare delle foto inedite scattate dal padre, insieme ad alcuni piccoli video, risalenti alla morte del Santo, avvenuta il 23 settembre del 1968.
Arriva il momento della testimonianza più importante, quella di Matteo Colella. Nel 2000 fu colpito da una meningite fulminante, che non gli lasciava alcuna speranza di sopravvivenza. Poi, durante il coma in cui era caduto, sognò di vedere un frate con un saio e una barba bianca, che gli diceva di non preoccuparsi perché sarebbe guarito. Era Padre Pio. Grazie a questo miracolo, il frate fu canonizzato. Mentre racconta la sua storia, Matteo insieme alla conduttrice si reca da un’altra parte dello studio, dove è ricostruita la cella di Padre Pio, la numero 5.
Craig Worwick è un sensitivo inglese che dice di riuscire a vedere e parlare con gli angeli. Nel servizio viene descritto questo suo particolare dono e vengono intervistate persone che hanno avuto modo di parlare con lui. Poi Worwick arriva in studio. Dice di aver visto un angelo per la prima volta all’età di 3 anni.
Worwick arriva poi arriva in studio e viene intervistato dalla conduttice. Dice di aver visto un angelo per la prima volta all’età di 3 anni e che questo ha creato non poche difficoltà nella sua vita scolastica e familiare. Afferma che gli angeli prima appaiono come un puntino di luce per poi assumere fisionomie umane o anche animali. “Gli angeli sono sempre portatori di messaggi di speranza, danno aiuti e consigli“, dice. Il sensitivo è stato anche contattato dalla CIA per collaborare alla risoluzione di alcune misteriose sparizioni di bambini negli Stati Uniti.
Worwick conclude l’intervista svelando di aver avuto una visione, prima che accadesse, dell’incidente che costò la vita nel 1997 a Lady Diana. Poi, chiama alcune persone tra il pubblico e anche Alba Parietti e Luca Giurato. Ad ognuno di loro Worwick svela cosa gli sta comunicando in quel momento il proprio angelo custode. Alba Parietti è piuttosto scettica: “Nonostante io creda agli angeli, non ho riscontrato nessuna corrispondenza tra le persone che ha visto Craig e quelle che hanno fatto parte della mia vita”. Duro Don Davide Banzato: “Quello che ho ascoltato è completamente fuori dal catechismo della Chiesa Cattolica!.
Dopo la pubblicità, si apre l’ultimo blocco del programma. Safiria Leccese si trova in un ambiente particolare dello studio, in cui viene ricostruito il sepolcro nel quale venne deposto Gesù Cristo. E’ lo spunto per parlare della Sacra Sindone, il lenzuolo di lino che dovrebbe avere avvolto il Nazareno dopo la sua morte. Essa è custodita nel duomo di Torino.
Interviene in studio il prof. Giulio Fanti, uno dei maggiori studiosi dell’argomento, dopo una ricostruzione filmata del martirio di Gesù. Lo studioso ha portato una serie di oggetti, tra cui un manichino raffigurante il corpo di Cristo, coperto da un lenzuolo uguale alla Sindone. Fanti, che scende un po’troppo in tecnicismi non molto comprensibili da un pubblico non specialista, a conclusione afferma: “Dopo vent’anni di studi dettagliati, credo proprio che l’uomo avvolto nella Sindone sia Gesù“.
In un filmato vengono presentati i tanti interrogativi intorno alla Santa Sindone. Nell’88, il Cardinale Ballestrero rivelò che dai risultati delle analisi sul lenzuolo, effettuati con il metodo del carbonio 14, rivelavano che la Sindone fosse risalente all’età medioevale, tra il 1260 e il 1390. Secondo alcuni scienziati, il volto impresso sul lenzuolo non sarebbe altro che un dipinto risalente al periodo medioevale.
Safiria Leccese si collega con la profesoressa Marinelli, che è della stessa opinione di Fanti. Entrambi sono dell’idea che il corpo impresso nella Sindone sia quello di Cristo. Secondo la Marinelli, la scelta del campione del lenzuolo (un piccolo angolo) sottoposto al metodo del carbonio 14 non è stata precisa ed ha influito sui risultati delle analisi. Molti, secondo la docente universitaria, gli elementi che l’hanno portata a credere che il lenzuolo sia davvero quello che ha avvolto Gesù: tra questi, la presenza di aloe e mirra e di terriccio tipico della zona mediorientale.
Per altri ancora, la Sacra Sindone potrebbe essere in realtà un dipinto, sempre collocabile nel periodo medioevale.
Collegamento con Torino, con la giornalista Alessandra Borgia che si trova al Museo della Sindone. Mostra la macchina fotografica che scattò la prima foto alla Sindone. Dai negativi emersero dei dettagli, in particolare del volto, fino a quel momento sconosciuti. Ciò innescò una serie di studi più specialistici sul lenzuolo. La giornalista mostra al pubblico per la prima volta alcune foto dell’epoca.
Intanto, i writer hanno completato il murales con il volto di Padre Pio. Sarà donato ai frati cappuccini di San Giovanni Rotondo.
Ultimissimo contributo video, che chiude la parentesi sulla Sindone e la trasmissione. Nel dicembre 1997, si sviluppò un incendio nella Cappella della Sindone. Fortunatamente il lenzuolo si salvò dalle fiamme, anche perchè quattro anni prima fu spostato all’interno della Cattedrale di Torino, protetta da una struttura di cristallo a ulteriore protezione della teca. Il lenzuolo così rimase intatto. Venne poi spostato per ragioni di sicurezza nel palazzo arcivescovile. La domanda sorge spontanea: anche in questo caso si è trattato di un miracolo?
“La strada dei miracoli” torna con la terza puntata martedì 29 aprile su Rete 4, sempre a partire dalle 21,15.