{module Banner sotto articoli}
I tre giudici, Lidia Bastianich, Bruno Barbieri e Alessandro Borghese arrivano a cavallo. “A Junior town, cittadina di frontiera, sarà un mezzogiorno di fuoco”, annuncia la Bastianich, che comunica anche il protagonista assoluto della prova: il fuoco.
I piccoli dovranno cimentarsi nella cottura più antica del mondo: una grigliata coi fiocchi per il personale che lavora nel meraviglioso parco dei divertimenti.
“Ma stiamo scherzando?”, si chiedono i bimbi. Quante saranno in tutto le persone per cui dovranno cucinare? “Sessanta”, dipana il mistero Barbieri. “Il mezzogiorno sarà proprio proprio proprio di fuoco”, sottolinea un preoccupatissimo Tomaso, caposquadra di uno dei due team.
“Se saprete fare squadra, vincerete”, li rassicura Lidia Bastianich, che poi affonda il coltello: “in caso contrario affronterete il terribile pressure test”.
Tutto è pronto: la sfida può iniziare. Ma prima Arianna e Tomaso dovranno comporre le loro squadre. “Polpo o cipolla?”, chiede Borghese, che lancia in aria la speciale moneta. Esce cipolla: Tomaso è il primo a poter scegliere il colore della squadra. E sceglie il blu. Ad Arianna spetta il grembiule rosso.
I due capitani iniziano a creare il loro team e a turno fanno il nome dei compagni che vogliono accanto nell’avventura in esterna. Arianna sceglie Matilde, Nicola (considerato molto bravo), Sofia (perché molto creativa), Alessia (che riesce a sostenere la tensione) e Vittoria, l’ultima concorrente rimasta.
Tomaso opta per Nicolò (per la sua esperienza e per il cervello), Andrea (perché molto bravo sulla griglia), Alessandra (che ha molta tecnica), Michele (che sa molti trucchetti) e Manuel (per la sua creatività). “Sono molto soddisfatto della mia squadra”, dice, “non vorrei nessun elemento della squadra rossa”, che è tutta di femmine e un solo maschio. La blu, invece, è tutta composta da maschi e da una sola femmina.
Le due squadre si mettono subito al lavoro: devono scegliere la carne, le marinature, le salse di accompagnamento.
I rossi preparano fagioli, salse allo jogurt e arancia, spiedini di verdure; i blu, invece, patate al cartoccio e alla griglia che accompagnino la carne.
Ma il compito più difficile è quello di assegnare a ciascun concorrente il ruolo in squadra.
E già i primi problemini emergono: Manuel, senza pelapatate, è costretto ad usare lo spilucchino per ‘sbucciare’ le verdure, ma è subito panico: “Che colpa ne ho io se non so usare lo spilucchino?”, dice prontamente.
Mentre nella squadra rossa Arianna ha messo tutti in riga, nei blu c’è chi vaga in cerca di una occupazione. Tomaso viene subito rimproverato: non sa fare il caposquadra come si deve. Le idee sono un po’ confuse, ma la preparazione va avanti.
Ma anche tra i rossi la tranquillità si rompe e la tensione si alza: “Se vogliamo andare al pressure, la strada è quella giusta”, rimprovera tutti Arianna. La confusione è grande, nessuno sta al proprio posto, finché Arianna riprende in mano le redini del gioco: “Il capo sono io e io vi dico cosa dovete fare”, urla per riportare la calma. Il caos sembra rientrare e Vittoria finalmente conquista la griglia, che le viene concessa da Nicola.
Chef Alessandro Borghese, dal canto suo, sprona a squadra blu a velocizzare la preparazione della carne per la griglia, che richiede molto tempo per la cottura: c’è ancora pochissima carne al fuoco. E le verdure sono in alto mare: “Ma in fin dei conti – si domanda un piccolo aspirante cuoco – le verdure a chi piacciono? Chi mai le vorrà?”.
Tomaso intanto perde il controllo della griglia e brucia il pollo. Cambio dunque della guardia alla griglia blu.
Per entrambe le squadre arriva il momento di allestire il buffet: i lavoratori del parco stanno arrivando e il servizio deve partire a breve.Finalmente arrivano i commensali: spetterà loro, dopo l’assaggio, dare un volto e decretare il vincitore della gara. Chi perderà andrà diretto al pressure test.
Tra ambientazione da far west e musica country il servizio procede senza sosta. Gli speciali clienti esprimono i loro pareri. I menu sembrano convincere i loro palati. Le votazioni procedono nella più totale incertezza. Chi sarà la squadra vincente?
Tutti sono con il fiato sospeso. Alla fine l’annuncio di chef Barbieri: per 35 a 25 stelle vince la squadra rossa.
I blu tornano sconsolati nella cucina di Junior Masterchef, dove affrontano il loro primo pressure test. Manuel è arrabbiato: se qualcuno avesse ascoltato un po’ di più…
“Con questo grembiule nero mi sento una schiappa”, dice Michele. Grande è la delusione di Alessandra, che incolpa Tomaso di non aver fatto davvero il capitano. Tomaso ammette le sue responsabilità.
Al termine del pressure, almeno due concorrenti dei blu dovranno lasciare la cucina. Ma una chance viene offerta a uno di loro: potrà affrontare una prova light, che gli permetterà con più facilità di salire in balconata. I blu sono chiamati ad agire da vera squadra e insieme devono scegliere il prescelto che vada al pressure light. Andrea è premiato dalla sua brigata, perché considerato il più bravo in esterna.
Gli spetta dunque la preparazione di mezzo litro di spremuta di arancia. Ma in soli tre minuti. “Ho il braccio allenato perché gioco a tennis, ma certo che mezzo litro è davvero tanto”, sussurra mentre si appresta ad affrontare la prova. Andrea ce la fa e può così raggiungere i concorrenti della squadra rossa.
Ora è il momento del vero pressure test. A presentarlo è ‘il poeta della fiorentina’, Dario Cecchini, che serve i suoi clienti declamando i versi di Dante.
I bimbi accolgono il macellaio, che si presenta in studio con una bella coscia di manzo sulle spalle e una trombetta. Ecco la prova: i ragazzini dovranno tagliare la carne a punta di coltello e preparare una bella tartare: ovviamente in soli 5 minuti.
Cecchini inizia a tagliare le porzioni di carne da consegnare ai cuochi: “Altro che macellaio, lui sembra un ninja”, sussurrano. Solo chi riuscirà a realizzare una tartare perfetta potrà salvarsi dal pressure test. I ragazzi tagliano la carne con grande precisione, senza un attimo di sosta.
Eseguire una tartare in soli cinque minuti non è stato affatto facile. Ora il loro destino è tutto nelle mani dei tre giudici: “Siamo passati tra i banchi e abbiamo individuato senza dubbio chi oggi ha tagliato meglio la sua parte di fesa” annuncia Borghese, e poi: “Nicolò”. Che vola subito in balconata.
Per chi rimane il pressure continua, annuncia la Bastianich: i ragazzini devono preparare le polpette. Ma attenzione, le polpette nascondono sempre molte insidie: attenzione dunque alla consistenza, alla doratura, al sale, al ripieno. Il tempo è contatissimo: solo 20 minuti per scegliere gli ingredienti in dispensa e cucinare le polpette. Tutti e quattro i cuochi pensano alle ricette delle loro nonne.
Tomaso ‘piange’ per la cipolla: “Ma un uomo non dovrebbe piangere mai”, sottolinea il ragazzino.
Il tempo è poco e Alessandra teme di non farcela: “Ho fatto delle polpette talmente brutte che sono indescrivibili. Non ho parole”, ammette affranta. All’ultimo a Tomaso scappa l’olio: “Sono rovinato”, dice il piccolo dalla erre moscia.
Il primo piatto ad arrivare sul tavolo dei giudici è proprio quello di Alessandra: le sue polpette sono brutte e troppo morbide, si scusa la ragazzina. “Non sono riuscite al 100 per cento come tu volevi fare”, la consola Lidia. “All’interno sono crude”, sottolinea Borghese, che incita la ragazza: “Su un bel sorriso e complimenti per l’impegno”.
Tomaso ha preparato polpette all’americana: “morbide e gustose”, dice la Bastianich, “nonostante l’olio scappato in quantità eccessiva”. Polpette al sugo per Michele, che tuttavia non solo le ha annegate nella salsa di pomodoro, per giunta cruda, ma ha pure sbagliato il dosaggio del sale. Il piatto risulta insipido.
Manuel ha preparato due sole polpette. La terza se l’è mangiata lui. “Volevo vedere se erano buone”, si giustifica con Lidia Bastianich, che lo aveva rimproverato per aver presentato solo due polpette, mentre i giudici sono tre. “Manuel, tu riesci sempre a stupirci”, commenta Barbieri. Il piccolo è elettrizzato.
La prova non ha molto soddisfatto i tre giudici, che si aspettavano di più dai piccoli concorrenti. Tuttavia vengono scelti i due migliori: Uno è Manuel, che sta stupendo e che sta azzeccando un piatto via l’altro; il secondo è Tomaso, che sta facendo davvero bene.
Alessandra e Michele, non ce l’hanno fatta e vengono eliminati. Tuttavia hanno raggiunto un traguardo importante: sono nei top 14 dei Junior Masterchef d’Italia.
Ma i due eliminati non si arrenderanno: nel loro futuro vedono entrambi i fornelli. “Cucinerò anche le lumache”, chiosa Michele.