{module Banner sotto articoli}
Quattro giorni di intense attività (75 in tutto gli eventi e gli incontri a calendario, tutti consultabili sul sito www.festivaldellaparola.org), che coinvolgeranno ogni angolo del paesino del Tigullio: dalle piazze del lungomare al centro storico, dai musei all’Auditorium, dal Palazzo della Società Economica al Teatro Cantero. A questi quattro giorni si aggiunge un quinto, il 20 maggio, che fa, per così dire, fa ‘cappello introduttivo’, con la presentazione del cortometraggio ‘Chiavari novembre 2014’ di Antonio Farina su Chiavari flagellata dall’acqua e profondamente ferita, ma al tempo stesso intenta a rialzarsi con forza, grinta e determinazione.
Durante la kermesse la parola, strumento che ci contraddistingue appieno come esseri umani, sarà declinata nelle sue infinite sfaccettature.
Come ha raccontato Bernardini durante la conferenza stampa di presentazione del festival, il punto di vista sarà quello “glocal, vale a dire quello del territorio che ci parlerà di sé, si racconterà e mostrerà la sua anima”.
In che modo?
Raccontando per esempio la Prima Guerra Mondiale, in chiave locale. In occasione dell’anniversario dei cento anni dell’entrata in guerra del nostro Paese, data che coincide con l’ultimo giorno del festival, racconta Bernardini, “sarà fatto un racconto in chiave chiavarense del conflitto mondiale. Verrà anche allestito un Muro dei Caduti dal 1915 al 1918”. Perché non bisogna mai dimenticare.
il festival si occuperà poi di due grandissime figure della cultura italiana in senso ampio: Vittorio Gassman e Giacomo Leopardi.
Vittorio Gassman, genovese, rivivrà attraverso contributi filmati, ma soprattutto attraverso la voce e i racconti della figlia Paola, secondo la quale “è giunto il momento di ricordare mio padre meglio di come è stato fatto fino ad ora. Ed è bello ricordarlo proprio nella sua terra”. Per l’occasione il teatro Cantero sarà trasformato in una ‘casa Gassman’. D’altra parte è stato proprio grazie e attraverso Eros il teatro che è diventato il grande attore che tutti conosciamo.
Giacomo Leopardi, uno dei principali poeti italiani, rivivrà attraverso il professor Villari, che ha dato una chiave interpretativa nuova del poeta di Recanati, “anticipatore della crisi della modernità. Perfettamente calato nella storia del suo tempo, in quella futura e in quella di tutti i tempi, Leopardi, diversamente te da quanto insegnano a scuola, era un uomo di grandissima apertura, non un inguaribile intimista. Diceva infatti: il difetto degli italiani è la mancanza di società attorno a se stessi, ai pensieri, alle parole. Leopardi, inoltre, attraverso il suo pensiero dominante sulla Natura matrigna, manifesta un grande rispetto nei suoi confronti, ma è temeva al contempo alcuni elementi misteriosi. Quanto è accaduto con l’ alluvione rispecchia perfettamente questo pensiero leopardiano”, chiosa il professore. Per ricordare il poeta, oltre all’incontro con Vanni Leopardi, suo unico erede, e la presentazione è proiezione l film ‘Il giovane favoloso’ di Mario Martone, è previsto un flash mob in piazza, cui chiunque può prendere parte. Unica condizione: saper a memoria versi di sue poesie.
“Spazio anche alla politica, in questa kermesse”, sottolinea Fernanda Coltri, che annuncia l’interpretazione da parte di denti della scuola di teatro dei discorsi di De Gasperi del 1946, di Nilde Iotti del 1969, di Tina Anselmi del 1986 e di Bettino Craxi del 1993. “Quattro discorsi”, sottolinea la Coltri, “così l’onta i d quelli dei politici italiani di oggi. Perché dietro e anche prima c’era un pensiero, un rispetto delle istituzioni, una capacità di soffrire con tutti gli altri che formavano la società. Molti vedranno in questa scelta una provocazione? Lo sarà solo per chi non pensa, non riflette, non medita”.
Un importante contributo al festival sarà anche dato dalla musica. Da De Gregori a Emis Milla a Enrico Ruggeri, che sanno utilizzare la parola nei modi più svariati. “La mia sfida è quella di applicare la lingua italiana, così bella, a una musica che non parte dall’Italia, ma che fa parte di me e della mia cultura rock”, dichiara Enrico Ruggeri, secondo il quale, oggi, “la credibilità della parola è ormai inversamente proporzionale alla richiesta di gradimento. Per secoli si è fatta arte, nelle sue varie accezioni, senza pensare al ritorno di immagini e all’autografo. Gli artisti creavano le loro opere migliori nella maturità e soprattutto per un ristretto gruppo di persone. Oggi invece il meglio deve essere fatto subito, per poi vivere di popolarità. Predomina la voglia di piacere, essere accettati e diventare ricchi. Tutto questo è un grande ostacolo alla parola”.
Alla conferenza stampa era presente anche il sindaco di Chiavari, Roberto Levaggi che ha ringraziato “Massimo Bernardini che ha avuto questa splendida idea del festival della parola, giunto alla seconda edizione. Grazie a Bernardini che ha curato la regia dello splendido montaggio del film Chiavari novembre 2014, che mostra, prima di una cosa bella, quello che abbia passato di tremendo. In questa tragedia siamo stati protagonisti, in 72 ore abbiamo liberato tutto e siamo ripartiti”, sottolinea con orgoglio il primo cittadino. “Venite a trovarci, vedrete con i vostri occhi cosa siamo riusciti a fare e a mettere e rimettere in piedi”.