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Iniziamo dal primo. La crema Nivea perde la sua caratteristica di prodotto di bellezza per diventare un gesto di cura quotidiana verso le persone che amiamo. I bambini in particolare. Le inquadrature dello spot giocano sui primi piani, così da evidenziare l’aspetto emozionale del messaggio.
La Nivea diviene il gioco tra una mamma e la sua bambina, che si diverte a farsi “sporcare” di crema la punta del naso e le guance mentre, contemporaneamente, la mamma la spalma sul pancione. Ma c’è spazio anche per un ragazzino che cade giocando al calcio: la madre, che sta assistendo all’incontro, allevia il suo dolore mettendogli la crema sul ginocchio: una piccola quantità, ma sufficiente a dargli la carica per tornare in campo. Infine, un’altra scena con una bambina: stavolta la crema è il ringraziamento della mamma alla sua piccola, che le ha appena dato una letterina.
Diversi motivi e situazioni spingono i protagonisti ad utilizzare la Nivea, ma tutti loro sono accumunati dall’esprimere affetto. Lo spot recita “dillo con un gesto”, a sottolineare quanto sul prodotto converga un vero e proprio universo valoriale.
Non avviene lo stesso processo nello spot Napisan, dove l’obiettivo di vendere l’igienizzante è più esplicito rispetto alla pubblicità precedente. Ciò su cui viene infatti puntata l’attenzione, è la sicurezza. I neonati scambiano la camicia della mamma per una caramella, la “copertina” per un ciuccio, i jeans della madre per la “pappa”. Ecco perché, recita la voce fuori campo prima di spiegarne le proprietà, bisogna aggiungere Napisan al bucato: perché “i bambini vivono esplorando”.
In apparenza non vi è dunque alcun investimento valoriale in questo spot, eppure occorre sottolineare un’accortezza. Ci riferiamo all’ utilizzo del cosiddetto baby talk, cioè le parole semplici con cui gli adulti parlano ai bambini. La “pappa” e la “copertina” ne sono un esempio lampante, in quanto termini riservati esclusivamente ai più piccoli quando, oltretutto, sono ancora in una fase di apprendimento della lingua.
Sebbene lo spot si rivolga agli adulti, lo fa con un linguaggio che non è loro consono. Segno che dunque, nonostante in un primo momento non si noti, anche Napisan fa appello ad una componente che possa coinvolgere il potenziale acquirente con motivazioni diverse dalla mera efficacia del prodotto.