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Il giornalista continua: “poi il talk show è andato su La7 e ne ha segnato la vita: nella prima stagione ha avuto un differenziale rispetto agli ascolti della rete del 10%, nella seconda ha fatto ‘solo’ il 10% come ha scritto qualcuno e quest’anno ha avuto problemi come altri talk. Ciononostante parlare di crisi del talk show costituisce un falso. Il talk è un genere insopprimibile della televisione, non morirà mai. Piuttosto, è in crisi un formato di questo genere, creato da noi, che ora è arrivato a saturazione”.
L’analisi di Santoro sulla crisi dei talk show è impietosa ma contiene grandi verità: “parte della responsabilità di questa crisi è, evidentemente, de La7, una rete particolarmente importante nel sistema economico italiano, la rete Cenerentola che può maggiormente innovare e che, invece, si è fossilizzata sui generi presenti e sulla moltiplicazione dello stesso genere nei diversi giorni della settimana”.
{module Google richiamo interno}La riflessione di Santoro si spinge ancora più avanti: “ una volta esistevano solo tre appuntamenti con l’approfondimento politico: ‘Annozero’, ‘Ballarò’ e ‘Porta a porta’. E noi finivamo quando iniziava ‘Porta a porta’ per evitare qualsiasi sovrapposizione. Ora, invece, persino i programmi del mattino hanno assunto questa connotazione, proprio in un momento in cui i protagonisti che la politica offre sono poco appetibili e lo scontro politico è poco avvincente”.
E ancora: “questa proliferazione rischia di far male anche al tg di Mentana che è esso stesso un tg di approfondimento. Perciò “siamo grati di avere lavorato a La7 ma sento il bisogno di percorrere strade nuove e non posso farlo con questo contenitore. Se La7 vorrà interessarsi… Noi lo faremo comunque, anche a costo di rimanere lontani dal video”.
Santoro riconosce, però: “Cairo è un esempio straordinario di libertà, non abbiamo mai avuto ostacoli così come è accaduto ai tempi di Stella (l’ex ad de La7, ndr). Stella, però, ha provato a sperimentare, l’ottica di Cairo, invece, è razionale, molto attenta ai conti, ma senza investimenti non si può innovare. Tranne Crozza, che è un momento quasi liberatorio, rischiamo di avvitarci tutti sullo stesso argomento”.
E su Enrico Mentana afferma: “Mentana è il personaggio più autorevole per uno che, come è noto, non ama i direttori. Io, da esterno, ho fatto il grillo parlante ma i miei consigli non sono stati molto seguiti. Altrimenti La7 ora forse avrebbe il programma di cronaca che avrebbe dovuto fare Salvo Sottile”.
Infine l’annuncio: “l’ultima puntata di “Servizio Pubblico” andrà in onda live da Firenze, così vedremo se il pubblico è davvero distante o mantiene il legame che ha sempre avuto con noi. Chi vorrà entrare dovrà avere con sé qualcosa di rosso”.