La pellicola, divenuta un vero e proprio cult, rappresenta l’omaggio nostalgico del regista alla sua gioventù e a quella dei ragazzi degli anni ’50-’60. Un omaggio raccontato attraverso molte singolari situazioni che mostrano le esperienze di alcuni giovani in un carosello di avvenimenti, ora comici, ora patetici, ora grotteschi, ora sentimentali. Questo insieme è guidato magistralmente dai ritmi musicali. Il film all’epoca ottenne incassi straordinari, vinse il Golden Globe e conquistò cinque nomination all’Oscar. Malinconico e autobiografico, lanciò la moda del film nostalgico e restò nella storia soprattutto per la sua indimenticabile colonna sonora. Nel 1995 American Graffiti è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.
Nel 1973, inserito tra le pellicole più popolari dell’anno (assieme ai cult “L’esorcista” e “La stangata”), il padre di “Star Wars”, chissà quanto consapevolmente, da vita al trend delle commedie musicali raccontando il mito dei favolosi Anni ’50 e ’60. “Where were you in 1962?”, riporta la tagline del film-ritratto generazionale, che Lucas realizza seguendo le scorribande di quattro adolescenti di Modesto (in California) in una notte d’estate e alla vigilia di cambiamenti importanti.
Centrali, nella pellicola, sono prima di tutto, la colonna sonora, che scandisce le ore al ritmo delle ballate dai baby boomers, e il cast, composto da attori all’esordio destinati al grande successo hollywoodiano, come Richard Dreyfuss, Ron Howard, Harrison Ford.
Realizzato in 28 giorni con un budget di soli 780.000 dollari, “American Graffiti” incassa 50 milioni e ottiene il gradimento incondizionato della critica oltre che del pubblico. Nominato agli Academy Awards in cinque categorie (Miglior film, regia, sceneggiatura, montaggio e attrice non protagonista), si aggiudica due Golden Globe (Miglior film musicale e Miglior attore debuttante), i premi del New York Film Critics e quelli della National Society of Film Critics. Del film è stato realizzato un sequel nel 1979 dal titolo di More American Graffiti sceneggiato e diretto da Bill L. Norton e con lo stesso cast del film precedente (escluso Richard Dreyfuss). [4]. Distribuito in Italia con il titolo di American Graffiti 2.
Una curiosità che è davvero singolare: nel 1971, la United Artists chiese a Lucas di realizzare due film: American Graffiti e Guerre stellari, ma quest’ultima pellicola venne quasi immediatamente bloccata nelle prime fasi di produzione. I motivi? Prevalentemente due: l’alto costo di realizzazione e la relativa inesperienza del regista con film ad alto budget che sarà presto clamorosamente smentita.